Papa: un modello economico ‘vorace’ causa le ‘precarie condizioni della nostra casa comune’

Ricevendo i partecipanti all'incontro su "L'industria mineraria per il bene comune", Francesco ha detto che “I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – “L’illusione della crescita economica illimitata” frutto di un modello economico “vorace” è la causa delle “precarie condizioni della nostra casa comune” ed è responsabile dello sfruttamento delle risorse naturali senza essere capaci di conservarle per le future generazioni. E’ la nuova denuncia lanciata da papa Francesco contro un sistema economico nel quale prevale la speculazione e che non si preoccupa delle persone.

Occasione per il nuovo intervento di Francesco è stata l’udienza di oggi con i partecipanti all'incontro su "L'industria mineraria per il bene comune" organizzato dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, al quale hanno preso parte rappresentanti delle compagnie minerarie, delle comunità locali, di Chiese e comunità di fede da tutto il mondo.

Il Papa ha innanzi tutto espresso apprezzamento per un incontro che ha visto seduti intorno allo stesso tavolo “rappresentanti delle comunità interessate dalle attività minerarie e responsabili delle compagnie minerarie”

“Le precarie condizioni della nostra casa comune – ha detto poi - sono dovute principalmente a un modello economico che è stato seguito per troppo tempo. È un modello vorace, orientato al profitto, con un orizzonte limitato, e basato sull’illusione della crescita economica illimitata. Sebbene noi assistiamo spesso al suo disastroso impatto sul mondo naturale e sulla vita della gente, siamo ancora restii al cambiamento. «I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente» (ibid., 56)”.

Ne deriva innanzi tutto che "l'attività mineraria dovrebbe essere al servizio dell'intera comunità umana". E' importante dunque in ogni fase dei progetti di attività minerarie, "coinvolgere" in modo privilegiato le comunità locali con le loro "prospettive" e le loro "soluzioni". “Alla luce dell’imminente Sinodo sull’Amazzonia, vorrei sottolineare che «è indispensabile prestare speciale attenzione alle comunità aborigene con le loro tradizioni culturali. Non sono una semplice minoranza tra le altre, ma piuttosto devono diventare i principali interlocutori, soprattutto nel momento in cui si procede con grandi progetti che interessano i loro spazi» (ibid., 146). Queste vulnerabili comunità hanno molto da insegnarci. «Per loro, infatti, la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori. […] Tuttavia, in diverse parti del mondo, sono oggetto di pressioni affinché abbandonino le loro terre e le lascino libere per progetti estrattivi, agricoli o di allevamento che non prestano attenzione al degrado della natura e della cultura» (ibid.). Esorto tutti a rispettare i diritti umani fondamentali e la voce delle persone di queste belle ma fragili comunità”.

“L’attenzione alla tutela e al benessere delle persone coinvolte nelle operazioni minerarie, così come il rispetto dei diritti umani fondamentali dei membri delle comunità locali e di coloro che difendono le loro cause sono principi non negoziabili. La sola responsabilità sociale d’impresa non è sufficiente. Dobbiamo assicurare che le attività minerarie conducano allo sviluppo umano integrale di ciascuna ed ogni persona e dell’intera comunità”.

Francesco ha infine ribadito quanto affermato nella Laudato si’, che “Il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie. Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo l’uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l’efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare”. “La promozione di un’economia circolare e l’approccio ‘ridurre, riutilizzare, riciclare’ – ha concluso - sono anche molto in consonanza con il Consumo sostenibile e i Modelli di produzione promossi nel 12mo Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Inoltre, le tradizioni religiose hanno sempre presentato la sobrietà come componente-chiave di uno stile di vita etico e responsabile. La sobrietà è vitale anche per salvare la nostra casa comune. «Beati i miti perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,5)”