​Papa: l’educazione strumento per promuovere ‘gli ultimi e gli scartati’

Ricevendo i Fratelli delle Scuole cristiane, Francesco ha ricordato gli ideali che mossero san Giovanni Battista de La Salle. “La sua visione della scuola lo portò a maturare sempre più chiaramente la persuasione che l’istruzione è un diritto di tutti, anche dei poveri”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – L’educazione “ispirata cristianamente” per offrire speranza e promuovere “gli ultimi e gli scartati”. E’ stato l’obiettivo che mosse san Giovanni Battista de La Salle, fondatore dei Fratelli delle Scuole cristiane, che papa Francesco ha riproposto oggi a 300 collaboratori laici e alunni lasalliani, ricevuti a 300 anni dalla morte del fondatore.

Ai rappresentanti di 3500 religiosi, i 90mila educatori laici e il milione di studenti presenti in 83 Paesi, Francesco ha innanzi tutto affermato che esempio e testimonianza del fondatore  “confermano l’originale attualità del suo messaggio per la comunità cristiana di oggi, illuminando la via da seguire. Egli fu innovatore geniale e creativo nella visione della scuola, nella concezione dell’insegnante, nei metodi di insegnamento. La sua visione della scuola lo portò a maturare sempre più chiaramente la persuasione che l’istruzione è un diritto di tutti, anche dei poveri. Per questo non esitò a rinunciare al canonicato e alla sua ricca eredità di famiglia, per dedicarsi interamente all’istruzione del ceto sociale più basso. Diede vita ad una comunità di soli laici per portare avanti il suo ideale, convinto che la Chiesa non può mantenersi estranea alle contraddizioni sociali dei tempi con cui è chiamata a confrontarsi. Fu questa convinzione che lo portò ad istituire una esperienza originale di vita consacrata: la presenza di religiosi educatori che, senza essere sacerdoti, interpretassero in modo nuovo il ruolo di ‘monaci laici’, immergendosi totalmente nella realtà del loro tempo e contribuendo così al progresso della società civile”.

“Il contatto quotidiano con il mondo della scuola maturò in lui la consapevolezza di individuare una nuova concezione dell’insegnante”. Convinto che “l’insegnamento non può essere solo un mestiere, ma è una missione”, “si circondò pertanto di persone adatte alla scuola popolare, ispirate cristianamente, con doti attitudinali e naturali per l’educazione. Consacrò ogni energia alla loro formazione, diventando lui stesso esempio e modello per loro, che dovevano esercitare un servizio al tempo stesso ecclesiale e sociale, e adoperandosi alacremente per promuovere quella che lui definiva la ‘dignità del maestro’”.

Attento alle istanze del suo tempo “Giovanni Battista de La Salle intraprese audaci riforme dei metodi di insegnamento”, sostituendo la lingua francese a quella latina, che normalmente si utilizzava nell’insegnamento, “divise gli alunni per gruppi omogenei di apprendimento in vista di un lavoro più efficace; istituì i seminari per i maestri di campagna, cioè per i giovani che volevano diventare insegnanti senza entrare a far parte di alcuna istituzione religiosa, fondò le Scuole domenicali per gli adulti e due pensionati, uno per i giovani delinquenti e l’altro per il recupero di carcerati. Egli sognava una scuola aperta a tutti, per questo non esitò ad affrontare anche le necessità educative estreme, introducendo un metodo di riabilitazione attraverso la scuola e il lavoro. In queste realtà formative diede inizio ad una pedagogia correttiva che, in contrasto con l’uso dei tempi, portava tra i giovani in punizione lo studio e il lavoro, con attività di artigianato, anziché la sola cella o le frustate”.

“Cari figli spirituali di Giovanni Battista de La Salle, vi esorto ad approfondire e imitare la sua passione per gli ultimi e gli scartati. Nel solco della sua testimonianza apostolica, siate protagonisti di una ‘cultura della risurrezione’, specialmente in quei contesti esistenziali dove prevale la cultura della morte. Non stancatevi di andare in cerca di quanti si trovano nei moderni ‘sepolcri’ dello smarrimento, del degrado, del disagio e della povertà, per offrire speranza di vita nuova. Lo slancio per la missione educativa, che rese il vostro Fondatore maestro e testimone per tanti suoi contemporanei, e il suo insegnamento, possano ancora oggi alimentare i vostri progetti e la vostra azione”.