Jakarta: sconfitto alle urne, Subianto ricorre alla Corte costituzionale
di Mathias Hariyadi

Nove giudici si esprimeranno sulle sue accuse di presunte irregolarità e brogli sistematici. Esperto: “Di sicuro saranno ignorate, come nel 2014”. Gli indonesiani accusano Subianto di aver istigato i disordini di piazza del 21 e 22 maggio. Sui social media è virale lo slogan “Arrestate Prabowo”.


Jakarta (AsiaNews) – Dalle strade di Jakarta alla Corte costituzionale: Prabowo Subianto (foto) porta in tribunale la sua protesta contro i risultati delle ultime elezioni, vinte dal presidente Joko “Jokowi” Widodo. Al suo secondo mandato. Questo pomeriggio, il candidato sconfitto ha presentato ricorso presso la Corte costituzionale indonesiana. I nove giudici della Mahkamah Konstitusi (Mk) si esprimeranno sulle accuse di presunte irregolarità e brogli sistematici nelle operazioni di voto. Dopo i due giorni di violenti scontri tra i sostenitori di Subianto e le forze dell’ordine nella capitale, Widodo oggi esprime la speranza di incontrare il suo rivale per allentare le tensioni. Il presidente conferma che il suo attuale vice, Jusuf Kalla, ieri sera ha tenuto colloqui con Subianto ma non rivela i temi sul loro tavolo.

La politica indonesiana è oggetto di “una guerra psicologica tra realtà e delusione”. Lo dichiara ad AsiaNews  J. Kristiadi, membro anziano del Center for Strategic of International Studies (Csis) di Jakarta. L’esperto sottolinea l’inefficacia della strategia messa in atto da Subianto ed il suo entourage. Nelle ultime settimane, l’opposizione ha tentato di delegittimare la Commissione elettorale generale (Komisi Pemilihan Umum – Kpu), denunciando “elezioni truccate” ancor prima della chiusura dei seggi. Non riconoscendo la sconfitta, Subianto ha invitato i suoi elettori a manifestare in strada il proprio dissenso. Alcuni dei suoi alleati, come Muhammad Amien Rais, hanno dapprima invocato proteste in stile “potere popolare” e poi sollecitato un “movimento per il jihad”.

“Quando citi espressioni come ‘potere popolare’ o ‘movimento per il jihad’ – afferma Kristiadi – devi avere un convincente nemico da attaccare. Ma in questo caso stiamo parlando di Widodo, musulmano devoto, e del suo vice Kiai Hajj Ma’ruf Amin, ex capo dell’influente Consiglio degli ulema indonesiani (Mui) e figura di spicco di Nahdlatul Ulama (Nu) [la più grande organizzazione islamica moderata]. Sono personalità inattaccabili. In termini di voti, tra Widodo e Subiato vi è una differenza di 15 milioni di voti. Non sarà certo facile dimostrare irregolarità sistematiche. Inoltre, il presidente e Ma’ruf Amin sono stati dichiarati vincitori dalla Kpu. Di sicuro la Corte costituzionale ignorerà le accuse di Subianto, come già avvenuto nel 2014”.

Alla luce delle violenze che hanno sconvolto la capitale indonesiana, negli ultimi giorni sui social media è diventato virale lo slogan “#ArrestatePrabowo”. Esso ha trovato maggiore slancio con le rivelazioni della polizia sulle infiltrazioni dello Stato islamico (Is) nelle proteste. Ex generale delle Forze armate e genero del defunto dittatore Haji Mohammad Suharto, Subianto è accusato di gravi violazioni dei diritti umani durante la sua carriera militare. La maggior parte degli indonesiani gli imputa di aver istigato i disordini di piazza del 21 e 22 maggio scorsi. L’opinione pubblica critica anche Anies Baswedan, governatore di Jakarta e sostenitore di Subianto; in particolare, l’atteggiamento del politico nei confronti dei manifestanti: visite in ospedale ai feriti, dichiarazioni non verificate sul numero dei morti, condoglianze alle famiglie e richieste per trattamenti medici gratuiti. Per molti,  Baswedan si è comportato come se i rivoltosi fossero in realtà la parte lesa.