Attivista afghano: Vogliamo un Paese di pace

Ieri si sono perse le tracce di parte del gruppo che sta percorrendo a piedi 150 km nei territori dei talebani. La sparizione dei compagni potrebbe essere un buon segnale dell’apertura del dialogo. Pacifista: “Vogliamo vivere in un Paese sicuro, che i nostri figli vadano a scuola”.


Kabul (AsiaNews) – “Io sto bene, ma non ho più notizie di 25 compagni che stavano marciando nei territori controllati dai talebani”. Lo racconta ad AsiaNews Bacha Khan Muladad, responsabile delle pubbliche relazioni del “People’s Peace Movement” (Ppm), un gruppo di pacifisti afghani. Con coraggio, insieme a un cane e a un bambino, una trentina di loro la scorsa settimana si è messa in cammino verso la roccaforte dei talebani a Musa Qala per portare un messaggio di pace, sfidando il caldo e la fatica fisica acuita dal digiuno per il Ramadan. Ieri però, continua il sig. Muladad, “25 miei amici sono stati presi dai talebani e non sappiamo dove siano stati portati”.

Muladad è stanco, dopo una giornata passata a cercare notizie dei compagni e a rispondere alle telefonate di tante persone preoccupate per la loro sorte. Si scusa anche per il suo “scarso inglese”, ma ci tiene a parlare dell’iniziativa del gruppo. Perché la speranza di una vita migliore, “come quella che avete voi nel vostro Paese”, dice, è grande.

Egli si trova a Lashkar Gah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, distante dai compagni che al momento del sequestro si trovavano nell’area di Nawzadrod, a pochi km dalla meta. Il gruppo si era fermato perché il giorno precedente i talebani avevano preso altre quattro persone. Ieri le persone trattenute e portate in una località sconosciuta, è salito a 25.

La notizia della sparizione dei compagni lo preoccupa, tuttavia potrebbe essere un buon segnale della volontà dei talebani d’instaurare un dialogo di pace. L’iniziativa del gruppo è stata lanciata proprio con questo obiettivo: tentare di ricomporre una via per i negoziati dopo i numerosi fallimenti dei diplomatici internazionali, soprattutto da parte statunitense.

La marcia di questi giorni non è un evento sporadico. Da oltre un anno gli attivisti portano il loro messaggio di pace e riconciliazione in l’Afghanistan. In totale, riporta Muladad, “abbiamo camminato per circa 1.700 chilometri”. Il motivo è uno solo: “Vogliamo gridare a voce alta ‘pace’. Il mondo deve sapere che il popolo dell’Afghanistan vuole la pace, non la guerra. Vogliamo vivere in un buon Paese, che sia uguale a tanti altri dove si vive in maniera felice. Vogliamo che i nostri figli ricevano una buona educazione. Speriamo che torni la pace e ci stiamo impegnando per questo”.

Per tutto questo, sono disposti a incontrare i talebani, anche a scapito della propria vita. “I talebani – conclude – così come i militari dell’esercito nazionale, sono nostri fratelli. Vogliamo la pace tra i talebani e il governo”.