Un ‘attore statale’ dietro gli attacchi alle petroliere del Golfo. Ma nessuno cita l’Iran

Un’inchiesta internazionale evidenzia che i sabotaggi devono essere stati condotti da gruppi con “forti capacità operazionali”. Per Usa e Arabia saudita non vi è dubbio che dietro gli attacchi vi sia Teheran. Ma la Russia frena su conclusioni affrettate.


New York (AsiaNews) – Un’inchiesta internazionale sul sabotaggio di quattro petroliere nel Golfo ha concluso che esso è opera di un “attore statale”, ma non riesce a mostrare alcuna prova che si tratti dell’Iran. Il sabotaggio è avvenuto lo scorso 12 maggio. L’inchiesta, voluta dagli Emirati, dall’Arabia saudita e dalla Norvegia, è stata presentata ieri ai membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu in una riunione informale richiesta dagli emirati.

L’inchiesta mostra che le operazioni di sabotaggio sono avvenute in modo “sofisticato e coordinato”, ad opera di un attore “dotato di forti capacità operazionali, probabilmente un attore statale”.

Fin dall’inizio gli Stati Uniti hanno accusato Teheran, che avrebbe l’obbiettivo di far salire il prezzo del petrolio, essendo colpita da pesanti sanzioni Usa. Anche per l’ambasciatore saudita all’Onu, Abdallah al-Mouallimi, “l’Iran porta sulle sue spalle la responsabilità degli attacchi”.Ma l’Iran ha rigettato qualunque implicazione.

Durante la riunione del Consiglio di sicurezza non si è fatto il nome dell’Iran. Parlando con i giornalisti, Vladimir Safronkov, ambasciatore russo aggiunto all’Onu, ha detto che “non ci si deve precipitare per delle conclusioni” e “le inchieste proseguiranno”.