Haryana, rilasciati due cristiani accusati di ‘conversioni forzate’
di Nirmala Carvalho

I fedeli sono comunque indagati per la violazione di alcune norme del Codice penale. Un indù li accusa di aver tentato di convertirlo insultando le sue divinità. Sajan K George: “Sbagliato insultare gli altri dei mentre si annuncia la Buona Novella”.


Mumbai (AsiaNews) – Due cristiani dell’Haryana (India settentrionale) sono stati rilasciati su cauzione dopo essere stati incriminati con la falsa accusa di conversioni forzate. Lo riporta ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). Baljeet Singh, funzionario di polizia di Safar, riferisce che i due cristiani si chiamano Ajmer e Lakhi Chand e sono stati incolpati della violazione di diverse norme del Codice penale indiano (Ipc) da un uomo di nome Prithi Singh.

L’arresto è avvenuto il 9 maggio scorso nel villaggio di Kachwa e il rilascio il giorno seguente. Secondo l’accusatore, di religione indù, i due cristiani avrebbero tentato di convertirlo con la forza al cristianesimo. Prithi, che risiede nello stesso villaggio, incolpa i due di aver “ferito i [suoi] sentimenti religiosi”. Il funzionario di polizia afferma inoltre che “i cristiani hanno insultato gli dei indù e utilizzavano epiteti dispregiativi contro le divinità”.

I cristiani sono stati arrestati e portati in tribunale. Sajan K George racconta che sui fedeli “pendono diverse offese legate alla religione: essi sono stati iscritti [nel registro degli indagati] secondo le sezioni 295(A) dell’Ipc per oltraggio ai sentimenti religiosi, 298 (pronunciare qualsiasi parola, emettere suoni, fare qualsiasi gesto o porre qualsiasi oggetto alla vista di una persona con l’intenzione di ferire i suoi sentimenti religiosi) e 323/506”.

Per il leader cristiano, “l’accusa infondata di conversione [forzata] ha portato all’incriminazione dei cristiani. Nelle aree rurali le tensioni settarie sono un argomento spinoso e persino alle dispute domestiche viene data una piega confessionale. La maggioranza è più disponibile e a credere [alle accuse] contro la minuscola comunità cristiana”.

Tuttavia, ribadisce, “il Gcic afferma in maniera chiara che è sbagliato insultare e fare commenti negativi sulle divinità delle altre religioni mentre si annuncia la fede cristiana e la Buona Novella. Al tempo stesso, bisogna verificare l’esattezza delle dichiarazioni. I cristiani vivono in un clima di paura e intimidazione”.