Bihar, più di 100 bambini stroncati da encefalite acuta

La sindrome si manifesta con vomito e forte mal di testa. Sotto accusa è il consumo del litchi, un frutto che inibisce la produzione di glucosio. Alcuni medici ritengono che la causa principale sia la disidratazione dei pazienti.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Nel mese di giugno più di 100 bambini sono morti nello Stato del Bihar, stroncati da encefalite acuta. Lo riferiscono le autorità indiane, che stanno tentando d’individuare le cause di quella che viene considerata la peggiore epidemia infantile degli ultimi anni. Al momento le ipotesi più accreditate sono le eccessive temperature, la denutrizione e una particolare tossina contenuta nei litchi, un frutto molto comune in zona.

Il Bihar, nel nord-est del Paese, è uno degli Stati più poveri dell’Unione indiana. L’area più colpita è il distretto di Muzaffarpur, dove si trovano ricoverati altri 200 minori in gravi condizioni. Mons. William D’Souza, arcivescovo di Patna, afferma che “la situazione è molto difficile. Non sappiamo come affrontarla”. Secondo p. Jose Kariakatt, attivista, il numero dei casi potrebbe essere molto più alto rispetto ai dati ufficiali. Egli inoltre punta il dito contro “la mancanza di farmaci e l’inadeguato numero di dottori, infermieri e paramedici”.

Lo scoppio dell’epidemia è avvenuto in maniera imprevedibile. La Sindrome da encefalite acuta (Acute Encephalitis Syndrome, AES) si manifesta con forte mal di testa e vomito che possono provocare coma, disfunzioni cerebrali, attacchi e infiammazioni al cuore e ai reni. La categoria più a rischio è quella dei bambini tra i sei mesi e i 15 anni, con un sistema immunitario non del tutto sviluppato. Un quinto di coloro che contraggono la sindrome rimane con deficit neurologici a vita.

I giornali indiani parlano di “litchi killer”: infatti il frutto contiene una tossina in grado di inibire la produzione di glucosio. L’inibizione degli zuccheri può essere molto dannosa per coloro che già non assumono cibo adeguato, come i 100 milioni di poveri che popolano lo Stato. Molte delle vittime hanno raccontato di averne ingerito la polpa prima di sentirsi male: tuttavia alcuni medici invitano alla prudenza e addebitano alla mancanza di acqua, all’umidità e al repentino sbalzo termico tra giorno e notte la causa delle infezioni cerebrali.