Per ‘motivi di sicurezza’, studenti esclusi dalle cerimonie ufficiali del Primo Luglio
di Paul Wang

La data è l’anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina. Alcuni siti studenteschi programmavano di occupare la piazza già dalla sera prima per disturbare la cerimonia dell’alzabandiera. Con la legge sull’estradizione si distrugge il principio “una nazione, due sistemi”. Lettera aperta su “Sostieni Hong Kong al G20” pubblicata in diversi giornali nel mondo.


Hong Kong (AsiaNews) – Il governo del territorio ha chiesto a studenti e giovani in uniforme (scolastica) di non partecipare agli eventi ufficiali del Primo Luglio. Questa data ricorda il ritorno di Hong Kong alla madrepatria (nel 1997) e viene ogni anno celebrata con un alzabandiera alla Golden Bauhinia Square, sul lungomare dell’isola (foto 3). Ad essa intervengono politici di Hong Kong e dalla Cina popolare, magnati dell’economia e ospiti internazionali, avvolti da un’atmosfera di patriottismo.

Ma quest’anno, proprio gli studenti – anche delle scuole medie – sono fra coloro che hanno marciato e continuano a manifestare contro la legge sull’estradizione che sembra proprio distruggere il principio “una nazione, due sistemi” su cui si fonda la società liberale di Hong Kong.

L’Ufficio governativo per gli affari interni ha detto che la decisione di escludere studenti e giovani in uniforme è presa come “precauzione per la sicurezza”.

Ore prima della direttiva, su alcuni siti di giovani manifestanti sono apparsi suggerimenti a prendere posto nella Golden Bauhinia Square fin dalla sera precedente, per essere pronti l’indomani a disturbare la cerimonia.

Ieri e oggi, in diversi giornali nel mondo è apparso un manifesto con una lettera aperta che chiede ai leader del G20 solidarietà con Hong Kong e la sua popolazione, dal titolo “Sostieni Hong Kong al G20” (foto 2). Ieri lo hanno pubblicato il Guardian in Gran Bretagna; la Süddeutsche Zeitung in Germania; il Globe and Mail in Canada. Gli organizzatori confermano che la lettera aperta sarà pubblicata anche dal New York Times e dal Politico in Belgio.