Naypyidaw, governo civile ai militari: Niente soldi ai monaci estremisti

Il comandante militare di Yangon ha donato decine di migliaia di euro ad una Fondazione messa al bando dalle autorità religiose. La Buddha Dhamma Prahita Foundation sostiene il monaco Wirathu, il “Bin Laden buddista”. L’esercito birmano e l’ultranazionalismo buddista uniti nella resistenza al processo democratico.


Naypyidaw (AsiaNews/Agenzie) – Il Ministero degli Affari religiosi e della Cultura denuncia una recente donazione in denaro disposta dai militari in favore di un gruppo ultranazionalista buddista illegale, la Buddha Dhamma Prahita Foundation (un tempo nota come Ma Ba Tha). Secondo il governo, la transazione è in diretta opposizione alle decisioni prese dal corpo direttivo della Sangha Maha Nayaka di Stato – massima autorità del clero buddista birmano.

In un comunicato del 27 giugno scorso, il ministero afferma che la donazione di 30 milioni di kyat (circa 17.500 euro) al gruppo – messo al bando dalla Sangha – è vista come “un'azione contraria alle volontà del comitato”. Il comandante militare della regione di Yangon, il gen. Thet Pone, ha donato la cifra durante l’incontro annuale della Fondazione, che si è tenuto il 17 giugno nel quartier generale della municipalità di Insein. Zaw Min Tun, portavoce militare, ha difeso la donazione la settimana scorsa, dicendo che il gruppo è “necessario” e “dovrebbe esser sostenuto, in nome del buddismo”.

Precedentemente nota come Ma Ba Tha – acronimo birmano di “Associazione per la protezione della razza e della religione” –, la Fondazione ha adottato il nuovo nome nel maggio 2017. L’organo che regola il clero buddista del Myanmar aveva messo al bando l'organizzazione di monaci ultranazionalisti nota per la sua retorica antislamica, ordinando al gruppo di sciogliersi o affrontare le pene stabilite dalla legge buddista e da quella secolare. I suoi discorsi di incitamento all’odio contro le religioni diverse dal buddismo erano visti come causa di conflitto etnico e ostacolo agli sforzi comuni per mantenere lo Stato di diritto.

Nel luglio 2018, le autorità religiose hanno dichiarato illegale anche la Fondazione, vietando tutte le attività svolte sotto il suo nuovo nome. Dopo l'incontro annuale, il gruppo ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia il governo civile per la sua azione penale contro il controverso monaco ultranazionalista Wirathu – conosciuto come “il Bin Laden buddista”. Già leader di Ma Ba Tha, il religioso è latitante da fine maggio, quando nei suoi confronti le autorità hanno emesso un mandato di cattura per “sedizione”.

Il ministero degli Affari religiosi sostiene che l'appello della Fondazione per “il rifiuto, con ogni mezzo necessario, dell'attuale amministrazione sembra una minaccia per distruggere un governo democratico” e chiede il sostegno del pubblico per impedire al gruppo di attuare tali richieste. Il comunicato ministeriale sottolinea che Wirathu ha tentato di incitare i birmani alla disaffezione verso il governo e la consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, avanzando “l'oltraggiosa pretesa” che i parlamentari nominati dall'esercito siano “venerati come dei”.

Wirathu ed i suoi seguaci accusano il governo democratico di favorire i musulmani e non proteggere le tradizioni e la cultura del buddismo, compito a loro parere svolto dal solo esercito. Per questo, si oppongono ai tentativi della Signora di cambiare la costituzione militarista. Il Tatmadaw (l’esercito birmano) fornisce sostegno politico ed economico ad alcuni dei gruppi monacali più intransigenti, che spesso utilizza per condizionare il processo democratico della nazione. Il buddismo nel Paese è in prevalenza di tradizione Theravada ed è praticato da circa l’89% dei birmani. Il Myanmar è la nazione buddista più religiosa, in termini di percentuale di monaci nella popolazione e reddito speso per la religione. I monaci, venerati membri della società birmana, sono circa 500mila, mentre le monache 75mila.