Faisalabad, minorenne cristiana stuprata da un politico
di Shafique Khokhar

Saima ha 15 anni e lavorava come domestica a casa di Tahir Jameel. Dopo l’ennesimo tentativo di abuso, è stata rasata e torturata. Il politico ha fatto pressioni sulla famiglia affinchè il padre ritirasse la denuncia. La giovane però vuole andare avanti con il processo.


Faisalabad (AsiaNews) – Una giovane domestica cristiana di 15 anni è stata violentata e torturata da un politico di Faisalabad, in Pakistan. La minorenne si chiama Saima ed è la figlia di Riaz Masih, un lavoratore alla giornata. Ella ha confessato alla famiglia di essere vittima di violenza sessuale da parte di Tahir Jameel, influente politico locale, presso cui lavora da sei mesi. Gli abusi si sono verificati negli ultimi due mesi. Dopo la denuncia alla polizia, il politico si è riconciliato con la famiglia. Saima invece non vuole sconti di pena, e ha chiesto al magistrato di continuare con le indagini.

La vicenda della ragazza cristiana è emersa nei giorni scorsi, dopo l’ennesimo tentativo di abuso da parte dell’uomo e dei due figli. Ha tentato di nascondersi in un bagno, ma è stata scoperta, rasata e torturata dalla moglie del politico. Saima è tornata a casa e ha confessato ai genitori che per mesi ha subito violenze sessuali.

I genitori si sono recati alla stazione di polizia a Batala Colony, ma gli agenti si sono rifiutati di registrare il caso. La denuncia è stata depositata solo il 28 giugno, dopo la che la famiglia era riuscita ad attirare l’attenzione pubblica organizzando una protesta di fronte la questura.

Il politico è stato incriminato per violazione del Punjab Destitute and Negleted Children Act 2004-34, ma contro di lui e la sua famiglia non è stata compiuta alcuna azione. Da parte loro, i querelati hanno tentato di scaricare le proprie colpe accusando Saima di aver rubato gioielli e denaro, e poi di essersi inventata la storia dello stupro quando è stata scoperta.

Dopo la registrazione della denuncia, la ragazza è stata trasferita in una struttura governativa protetta riservata alle donne, il centro “Dar-ul-Uloom”. Il 2 luglio la vittima, la sua famiglia e il carnefice sono stati ascoltati dal giudice. In questo contesto, il padre ha chiesto di ritirare la denuncia perché era stato “raggiunto un accordo di riconciliazione” con il politico, una figura molto influente in zona.

Saima invece si è opposta, ha denunciato di essere stata stuprata diverse volte e implorato il magistrato di continuare le indagini. Inoltre ha chiesto al giudice di poter rimanere nella casa protetta, invece che tornare a vivere con la famiglia.

Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan, condanna l’atto di violenza, stupro e minacce alla ragazza cristiana e alla sua famiglia. Poi sottolinea che la vicenda di Saima non è un caso isolato, ma accomuna diverse ragazze delle minoranze religiose rapite, convertite con la forza e costrette a prostituirsi. “Ormai è diventata la routine per le minorenni delle minoranze – afferma – questo è uno dei motivi per cui ci impegniamo così tanto nella campagna di registrazione delle domestiche al Dipartimento del lavoro. Lottiamo affinchè le bambine non siano costrette a lavorare, nemmeno accompagnando le madri sul luogo di lavoro”.