Leader cristiani: Basta violenze, tornare al dialogo

La diocesi di Hong Kong e il Consiglio cristiano lanciano un appello congiunto a tutte le parti in causa: ritirare la legge sull'estradizione, fermare le provocazioni e le violenze, stabilire una Commissione di inchiesta per trovare la verità sugli scontri.


Hong Kong (AsiaNews) - Ritirare la legge sull'estradizione, fermare le provocazioni e le violenze, stabilire una Commissione di inchiesta per trovare la verità sugli scontri. Lo chiedono i leader cristiani di Hong Kong in un appello urgente appena reso pubblico. Il testo è intitolato “Appello urgente a propostico degli scontri in corso fra la polizia e i membri della società civile” ed è firmato dal card. John Tong, Amministratore apostolico della diocesi, e dal presidente del Consiglio cristiano di Hong Kong, il rev. Eric So Shing-yit.

Le proteste di massa contro i proposti emendamenti dall'Ordinanza sui fuggitivi [la famigerata legge sull'estradizione ndt] “si sono trasformate in scontri e violenze fra la polizia e i membri della società civile. La situazione si sta deteriorando. La gente di Hong Kong è preoccupata in maniera profonda e angosciata. Ecco perché chiediamo alcune cose”.

Noi, scrivono ancora, “invitiamo con forza il capo dell'esecutivo a rispondere il prima possibile alle richieste del pubblico, che vuole l'immediato ritiro della proposta di legge. Chiediamo inoltre al governo di stabilire una commissione indipendente di inchiesta, il prima possibile, per trovare la verità in maniera imparziale”.

L'appello è rivolto anche ai partiti politici: “Tutte le forze in campo devono comportarsi in maniera onesta ed evitare ogni provocazione. Non importa quale sia la propria posizione politica: la vita deve essere sempre salvaguardata. Quindi si devono evitare gesti che possano danneggiare se stessi o gli altri”.

Ecco perchè, concludono i leader crisriani, “chiediamo con forza all'esecutivo di cercare il dialogo con i rappresentanti delle diverse fazioni, in modo da trovare una soluzione all'attuale impasse”.