New Delhi isola il Kashmir: sale la tensione con Islamabad

 Panico tra i residenti. Gli ultimi attriti con il Pakistan sono iniziati 10 giorni fa, dopo che l’India ha schierato nella regione contesa oltre 10mila soldati. Evacuati circa 20mila turisti e pellegrini. L’esercito accusa i rivali pakistani di aver tentato lo sconfinamento ieri. Islamabad: “Accusa priva di fondamento”.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Leader politici agli arresti domiciliari, raduni pubblici vietati, linee telefoniche ed internet interrotte: a partire dalle prime ore di questa mattina le autorità del Kashmir amministrato dall'India hanno isolato gran parte della regione contesa, mentre New Delhi invia decine di migliaia di truppe aggiuntive e denuncia scontri armati al confine con il Pakistan. Le misure hanno suscitato un crescente panico tra i residenti, con lunghe code fuori dai distributori di benzina, negozi di alimentari e bancomat.

La regione himalayana è tornata alla ribalta nei giorni scorsi, pochi mesi dopo l’attacco rivendicato da un gruppo di islamisti pakistani contro un convoglio paramilitare indiano a Srinagar, la più grande città dello Stato. Lo scorso 14 febbraio, un’automobile imbottita di esplosivo è detonata al passaggio dei soldati, causando oltre 40 morti e diversi feriti: il bilancio del peggior attentato mai compiuto contro soldati dell’esercito indiano in Kashmir. L’incidente ha provocato schermaglie tra le forze armate di India e Pakistan, entrambi dotati di un arsenale nucleare.

Le recenti tensioni sono iniziate negli ultimi 10 giorni dopo che New Delhi ha schierato in Kashmir almeno 10mila soldati. Fonti locali affermano che altri 70mila sono stati dispiegati in un secondo momento. Il governo ha introdotto le nuove misure di sicurezza nell'unico Stato a maggioranza islamica dell'India citando minacce terroristiche. L'esercito ha dichiarato ieri di aver sventato il tentativo di una squadra pakistana di soldati regolari e militanti di attraversare la Linea di controllo, uccidendo “5-7” aggressori. A causa delle minacce terroriste, almeno 20mila persone, fra turisti e pellegrini, sono state evacuate dalla zona sacra del monte Amarnath.

Il Pakistan ha descritto l'accusa come “priva di fondamento” e ha accusato l'India di usare bombe a grappolo contro civili, uccidendo quattro persone e ferendone altre 11. Il primo ministro pakistano, Imran Khan, ha accusato l'India di intraprendere “nuove azioni aggressive”, ammonendo che queste potrebbero “esplodere in una crisi regionale”.

Alcune ore dopo l’applicazione delle ultime misure di sicurezza, il governo di New Delhi ha annunciato in parlamento un piano per revocare l’articolo 370 della Costituzione, che riconosce privilegi speciali al Kashmir amministrato dall'India. Il Bharatiya Janata Party (Bjp), partito nazionalista indù del premier Narendra Modi, da tempo spingeva per porre fine allo speciale status costituzionale del Kashmir – unico territorio a maggioranza islamica del Paese –, sostenendo che tali leggi avevano ostacolato la sua integrazione con il resto dell'India. I leader politici in Kashmir hanno sempre avvertito che l'abrogazione della legge innescherebbe disordini diffusi.