Mecca: fra tradizione e modernità, due milioni di pellegrini si preparano all’Hajj

Il pellegrinaggio maggiore cade nell’ultimo mese del calendario islamico, il Dhu Al Hijjah. Riyadh ha mobilitato 350mila addetti per garantire la sicurezza. Bloccato l’ingresso di fedeli dal Congo per l’Ebola. Dai leader musulmani un monito ai fedeli: basta selfie e messaggi ai luoghi santi. Le donne devono essere accompagnate dal mahram. 


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Oltre due milioni di musulmani in tutto il mondo stanno ultimando gli ultimi preparativi per prendere parte all’Hajj, il tradizionale pellegrinaggio maggiore alla Mecca e Medina, luoghi santi dell’islam, uno dei cinque pilastri della religione di Maometto. Esso coincide con l’ultimo mese del calendario islamico, il Dhu Al Hijjah, e quest’anno è in programma dal 9 al 14 agosto 2019. I fedeli sono chiamati a compiere una serie di rituali effettuati dal profeta secoli fa.

Le autorità saudite riferiscono che il governo ha mobilitato oltre 350mila persone di vari settori, dalla polizia al pronto intervento, per garantire la sicurezza dei pellegrini. Particolare attenzione viene prestata al pericolo di diffusione di malattie: per questo Riyadh ha disposto il divieto di ingresso ai musulmani provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (Rdc), dove è in atto una gravissima epidemia di Ebola.

“Il rilascio dei visti di ingresso - sottolinea in una nota il ministero saudita degli Esteri - per le persone provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo è stato bloccato”. Circa il 3% della popolazione congolese è di religione musulmana, mentre i pellegrini dell’Africa sub-sahariana rappresentano il 10% circa del totale di due milioni di fedeli in transito alla Mecca.

L’Hajj è considerato uno dei cinque pilastri dell’Islam e ogni buon musulmano dovrebbe compierlo almeno una volta nella vita. L’Arabia Saudita ha spesso usato in modo politico il permesso di giungere alla Mecca; da anni ai siriani è vietato recarsi nella città santa musulmana.

La crisi fra Riyadh (sunnita) e Teheran (sciita), tuttora in atto fra le due grandi potenze regionali, ha di fatto bloccato nel 2016 i viaggi di cittadini iraniani nel regno. In passato la leadership di Riyadh è finita nel mirino di alcuni imam, secondo cui il governo saudita userebbe i soldi derivanti dal turismo religioso per finanziare il terrorismo islamico.

Il pellegrinaggio è visto come un gesto speciale di devozione; tuttavia, con la diffusione degli smartphone e dei social media le persone sembrano trascorrere più tempo a scattare fotografie e selfie nei luoghi santi, aggiornare le pagine personali o inviare messaggi, più che compiere i rituali previsti dalla tradizione. Ecco perché l’Accademia islamica di Coventry lancia un monito: “Prima di partire, disabilitate tutti gli account social ed evitate di scattare fotografie o inviare messaggi che non siano indispensabili”. Sono momenti “preziosi”, avverte l’istituto, “dunque non sprecate tempo e usatelo per rendere grazie ad Allah”. 

In questi giorni centinaia di migliaia di persone stanno arrivando nel regno saudita per partecipare all’evento e adottare i rituali previsti dalla tradizione. Per le donne, vale ancora oggi la regola che per compiere il pellegrinaggio debbano essere accompagnate da un uomo, il mahram, a condizione che non lo possa sposare: egli sarà dunque il figlio, il padre o un fratello. 

Durante l’Hajj i fedeli entrano in uno stato particolare di purezza, conosciuto con il nome di “Ihram” che prevede l’obbligo di indossare vesti bianche e adottare rituali specifici in tema di pulizia e igiene personale. Questo “status” peculiare, comporta al contempo il divieto di compiere 11 azioni specifiche: divieto di rapporti sessuali o di discorsi a sfondo sessuale in presenza di donne; compiere azioni che Allah giudicherebbe oscene o trasgressive; cacciare animali o aiutare qualcuno a nascondersi; usare profumi o essenze; radersi o tagliare peluria e capelli; tagliare le unghie; per gli uomini, indossare abiti cuciti; calzature che coprono l’osso centrale del dorso del piede; coprire la testa con una coperta; per le donne, coprire il volto ma se è in presenza di un uomo non-mahram il viso va coperto purché il materiale non le tocchi il volto; infine, è fatto divieto di causare ogni tipo di danno, materiale o fisico, a un altro musulmano.