Cisgiordania, soldato ucciso: caccia all’uomo dell’esercito israeliano in cerca dei colpevoli

La vittima è Dvir Sorek, nipote di un noto rabbino ucciso negli anni duemila. Fra pochi giorni avrebbe compiuto 19 anni. Per le autorità israeliane i membri del commando sarebbero pronti a colpire di nuovo. Per Netanyahu si tratta di “spregevoli terroristi”. Hamas giustifica il gesto come “risposta” ai “crimini” legati “all’occupazione”. 


Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Le forze di sicurezza israeliane stanno continuando la caccia all’uomo, per identificare e arrestare i componenti della cellula “terroristica” che ha ucciso - nel contesto di un tentativo di sequestro andato male - un giovane soldato dell’esercito. La vittima è il 19enne Dvir Sorek, residente a Ofra (nei Territori occupati in Cisgiordania) e studente alla scuola religiosa ebraica Ohr Torah Mahanayim, assassinato a colpi di coltello nella notte fra il 7 e l’8 agosto scorso. 

Le autorità israeliane riferiscono che i membri del gruppo sarebbero pronti a colpire di nuovo e per questo è fondamentale fermarli in breve tempo. Il timore, avvertono gli esperti, è che altre cellule terroristiche o lupi solitari possano imitare la stessa azione e colpire obiettivi israeliani in altre parti del Paese, fra cui la Giudea e la Samaria. 

Nell’area sono stati stanziati altri due battaglioni, con un numero extra di soldati dislocati in aree sensibili per prevenire ulteriori attentati. Sorek, che stava per compiere il suo 19mo compleanno, era il figlio del giornalista Yoav Sorek, direttore di Hashiloach. Suo nonno è il rabbino Binyamin Herling, anch’egli deceduto durante un attacco terroristico sul monte Ebal, poco distante da Nablus, negli anni duemila. 

Nella serata di ieri, intanto, migliaia di persone hanno reso omaggio alla salma del giovane Sorek nel cimitero della comunità di Ofra, a nord di Gerusalemme. A vegliare sul suo corpo, oltre ai genitori, vi erano anche i sei fratelli dal 24enne Shahar, al più piccolo Uri, di nove anni.

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato l’attentato e i suoi autori, definendoli “spregevoli terroristi”. Al momento non vi sono state rivendicazioni ufficiali dell’attacco. Tuttavia, in queste ore un portavoce di Hamas, il gruppo militante palestinese che controlla la Striscia di Gaza, ha giustificato l’attacco definendo “l’operazione” una “risposta” ai “crimini dell’occupazione”. Jawad Thawabteh, attivista di Fatah dell’area di Betlemme, riferisce che i soldati israeliani hanno “circondato il villaggio” nei pressi del quale è avvenuto l’omicidio e “hanno confiscato le telecamere di sicurezza di case e negozi” alla ricerca di indizi.