Papa: La testimonianza del Vangelo, un ‘incendio benefico’

All’Angelus, papa Francesco spiega che “il fuoco” che Gesù è venuto a gettare, spinge i discepoli “ad abbandonare ogni atteggiamento di pigrizia, di apatia, di indifferenza”. Il cristianesimo si è diffuso “superando ogni divisione fra individui, categorie sociali, popoli e nazioni”. E’ urgente vivere nella “adorazione a Dio” e nella “disponibilità a servire il prossimo”. Non si può “coniugare vita cristiana e mondanità”, “pratiche superstiziose” e “atteggiamenti contro il prossimo”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – La “testimonianza del Vangelo” si è propagata nel mondo come “un incendio benefico”, adorando Dio e servendo il prossimo con sempre nuove “iniziative di carità” e purificandoci da “compromessi di ogni genere”. Lo ha detto oggi papa Francesco nella sua riflessione prima dell’Angelus, rivolgendosi ai pellegrini radunati in piazza san Pietro. Commentando il vangelo di oggi (Luca 12,49-53), in cui Gesù parla del “fuoco” che Egli è venuto a gettare sulla terra, egli ha detto: “Queste parole hanno lo scopo di aiutare i discepoli ad abbandonare ogni atteggiamento di pigrizia, di apatia, di indifferenza e di chiusura per accogliere il fuoco dell’amore di Dio; quell’amore che, come ricorda San Paolo, «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5, 5)… Egli ci chiama a diffondere nel mondo questo fuoco, grazie al quale saremo riconosciuti come suoi veri discepoli”.

“Il fuoco dell’amore, acceso da Cristo nel mondo per mezzo dello Spirito Santo, è senza limiti, universale. Questo si è visto fin dai primi tempi del Cristianesimo: la testimonianza del Vangelo si è propagata come un incendio benefico superando ogni divisione fra individui, categorie sociali, popoli e nazioni. Essa brucia ogni forma di particolarismo e mantiene la carità aperta a tutti, con un’unica preferenza: quella per i più poveri e gli esclusi”.

“L’adesione al fuoco dell’amore che Gesù ha portato sulla terra avvolge l’intera nostra esistenza e richiede adorazione a Dio e anche una disponibilità a servire il prossimo. L’adorazione a Dio, vuol dire imparare la preghiera di adorazione… La seconda, [nella] disponibilità a servire il prossimo, penso con ammirazione a tante comunità e gruppi di giovani che, anche durante l’estate, si dedicano a questo servizio in favore di ammalati, poveri, persone con disabilità. Per vivere secondo lo spirito del Vangelo occorre che, di fronte ai sempre nuovi bisogni che si profilano nel mondo, ci siano discepoli di Cristo che sappiano rispondere con nuove iniziative di carità. Così il Vangelo con l’adorazione a Dio e servendo il prossimo, si manifesta davvero come il fuoco che salva, che cambia il mondo a partire dal cambiamento del cuore di ciascuno”.

“In questa prospettiva, si comprende anche l’altra affermazione di Gesù riportata dal brano di oggi, che di primo acchito può sconcertare: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Egli è venuto a ‘separare col fuoco’ il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. In questo senso è venuto a ‘dividere’, a mettere in ‘crisi’ – ma in modo salutare – la vita dei suoi discepoli, spezzando le facili illusioni di quanti credono di poter coniugare vita cristiana e mondanità, vita cristiana e compromessi di ogni genere, pratiche religiose e atteggiamenti contro il prossimo”. A braccio ha aggiunto: “Alcuni pensano di coniugare la vita cristiana con pratiche superstiziose… Quanti vanno a farsi leggere le mani…”.

“Si tratta – ha concluso - di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti col Vangelo. È buono dirsi cristiani, ma occorre soprattutto essere cristiani nelle situazioni concrete, testimoniando il Vangelo che è essenzialmente amore per Dio e per i fratelli”.