Taipei perde un altro alleato: Kiribati sceglie la Cina

L’isola del Pacifico ha dato solo un annuncio non ufficiale. I Paesi che riconoscono Taiwan scendono a 15. Fra essi vi è il Vaticano. Da tempo Pechino attua una “diplomazia degli assegni” per spingere gli alleati di Taiwan – spesso Paesi molto poveri – ad abbandonare il riconoscimento diplomatico della “isola ribelle”.


Taipei (AsiaNews) – Il ministro degli esteri della Repubblica di Cina (Taiwan) ha annunciato stamane che l’ambasciata taiwanese a Kiribati sarà chiusa, dato che l’isola del Pacifico ha deciso il riconoscimento diplomatico di Pechino, anche se finora ha dato solo l’annuncio in forma non ufficiale.

Con Kiribati, Taiwan rimane con 15 Paesi che la riconoscono. Quattro giorni fa anche le Isole Salomone hanno preferito scambiare Taiwan per la Repubblica popolare cinese.

Dal 1949, da quando Chiang Kai Shek vi si rifugiò, l’isola di Taiwan è la sede del governo della Repubblica di Cina. A poco a poco, molti Paesi hanno rotto i rapporti diplomatici con Taipei per legarsi alla Cina. Pechino esige che tutti i Paesi in rapporto con essa, riconoscano che esiste “un’unica Cina” e che Taiwan è “un’isola ribelle”. Nell’ultimo decennio vi erano ancora una ventina di Stati che riconoscevano Taiwan. In Europa vi è solo il Vaticano. Diversi di questi Stati in America centrale e nel Pacifico sono poveri e legati agli aiuti economici che Taipei offre loro; Pechino ha buon gioco a utilizzare con essi quella che viene definita “la diplomazia degli assegni” e ciò spiega la facilità delle defezioni.

Da quanto Tsai Ing-wen è divenuta presidente di Taiwan, Pechino ha ingaggiato una potente lotta diplomatica per far perdere all’isola tutti i suoi alleati, punendo le mire indipendentiste sostenute da alcuni membri del partito della Tsai, il Dpp (Partito democratico progressista).