Chiesa di san Sebastiano, donne tamil rendono omaggio alle vittime di Pasqua (Foto)
di Melani Manel Perera

Le donne provengono dalla penisola di Jaffna, teatro della guerra civile per quasi 30 anni. Il gruppo prega per il recupero dei feriti e per l’armonia tra le comunità religiose. Sirisena accoglie le richieste dei vescovi e nomina una commissione d’inchiesta indipendente da Parlamento e governo.


Katuwapitiya (AsiaNews) – Un gruppo di donne tamil, sopravvissute alla guerra civile nel nord dello Sri Lanka, ha reso omaggio alle vittime delle stragi di Pasqua. Le donne si sono recate in visita alla chiesa di san Sebastiano a Katuwapitiya, Negombo, il 21 settembre scorso, giorno in cui ricorreva il quinto mese dagli attacchi terroristici che hanno provocato 263 morti e oltre 600 feriti. Ad AsiaNews esse affermano: “È davvero triste e sventurato vedere questo lungo elenco di persone defunte a causa di un atto inumano contro una chiesa, soprattutto in un giorno così speciale per i cristiani [come la domenica di Pasqua]. Proviamo tristezza e vergogna per queste persone inumane [che hanno compiuto i massacri]”.

Le donne appartengono alla diocesi di Jaffna. La loro visita è stata organizzata da Seth Sarana, l’ufficio Caritas di Colombo. Dapprima il gruppo si è raccolto di fronte al monumento eretto in ricordo delle vittime; poi le donne hanno visitato gli ambienti devastati dalla bomba e si sono soffermate davanti alle fotografie della strage, esposte su un pannello commemorativo. “È la prima volta – dichiarano – che veniamo al sud. Abbiamo saputo della tragedia tramite i media, ma solo ora capiamo quanto è accaduto vedendo la chiesa, il monumento e le foto”.  

Da ultimo, le tamil hanno pregato per coloro che sono stati uccisi e per i numerosi feriti sottoposti a cure mediche. “Preghiamo – dicono – per tutti coloro che hanno bisogno di forza interiore e pace mentale”. Due donne riferiscono di aver pregato anche per l’armonia tra le comunità e per coloro che provano rancore nei confronti dei musulmani. “Questo è sbagliato – sottolineano – perché non possiamo incolpare un’intera comunità. Sappiamo chi ha portato a termine le esplosioni. Dobbiamo correggere le persone che hanno idee sbagliate su questi incidenti”.

Suganthy Mary, Pushpa Malar e Dharmanayagi riferiscono: “Chiniamo il capo di fronte ai nomi delle vittime. Auguriamo un veloce recupero per coloro che soffrono a causa di ferite e operazioni chirurgiche. Preghiamo per le famiglie che hanno perso un parente nelle detonazioni nelle chiese e negli hotel”.

Nel frattempo continuano le indagini sulle stragi rivendicate dallo Stato islamico, ma attribuite dal governo di Colombo a un gruppo islamico locale. Il 21 settembre il presidente Maithripala Sirisena ha nominato un comitato di cinque membri con l’incarico d’indagare sulle allerte terrorismo ignorate dai servizi d’intelligence dell’isola. La commissione è composta da due giudici del Tribunale d’appello, due giudici dell’Alta corte in pensione e un amministratore, anch’egli in pensione.

La nomina presidenziale esaudisce la richiesta avanzata dai vescovi cattolici dello Sri Lanka d’avviare un’indagine indipendente. In precedenza, un comitato di tre membri ha portato all’arresto del capo della polizia e dell’ex segretario della Difesa. Secondo alcuni esperti, l’obiettivo della nuova commissione è rinsaldare i rapporti con la minoranza cattolica, a poche settimane dalle elezioni presidenziali che si terranno il 16 novembre.