Egitto, ondata di arresti dopo le proteste: fermate oltre 500 persone

Fra gli arrestati, Mahinour el-Masry, celebre avvocato pro diritti umani. La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i dimostranti. Dietro le manifestazioni l’imprenditore egiziano in esilio Mohamed Ali, che accusa al-Sisi di corruzione. Per il 27 settembre ha lanciato la “marcia del milione”. 


Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Negli ultimi giorni le autorità egiziane hanno arrestato oltre 500 persone, scese in piazza in diverse città del Paese per protestare contro il governo e il presidente Abdel Fatah al-Sisi, che ieri ha incontrato l’omologo Usa Donald Trump ricevendone il sostegno. Secondo quanto riferiscono gli attivisti del Centro egiziano per i diritti economici e social (Ecesr), “in base alle ultime stime” il numero di cittadini fermati “è 516, al Cairo e in altri centri”. 

Le manifestazioni sono iniziate la sera del 20 settembre scorso, quando centinaia di dimostranti hanno sfidato i divieti imposti dalle autorità e si sono riversati per le strade della capitale e di altre città come Alessandria, Damietta e El-Mahalla El-Kubra. Fra i luoghi simbolo scelti per la protesta vi è anche la celebre piazza Tahrir al Cairo; i dimostranti hanno invocato maggiori libertà e diritti e la cacciata del presidente, in questi giorni a New York per l’Assemblea generale Onu. 

Le forze dell’ordine sono subito intervenute per disperdere i manifestanti, utilizzando gas lacrimogeni e compiendo decine di arresti. Diversi gli avvocati e gli attivisti posti in stato di fermo, fra i quali vi è anche Mahinour el-Masry, prelevata il 22 settembre scorso da uomini in uniforme scesi da un van davanti la sede della procura generale del Cairo. Ieri i giudici hanno prolungato di 15 giorni il provvedimento di carcerazione preventiva.

Dietro la nuova ondata di manifestazioni in Egitto vi sarebbe la mano di Mohamed Ali, imprenditore in esilio in Europa e per 15 anni collaboratore dell’esercito in vari progetti, che ha lanciato numerosi appelli alla protesta utilizzando i social network. Egli accusa il presidente “che sta tentando di uccidermi” e diversi alti ufficiali di “corruzione”. Per il 27 settembre l’imprenditore egiziano ha lanciato quella che definisce “la marcia del milione”. 

L’Egitto è in uno stato di allerta in seguito a una serie di attentati sanguinosi che hanno colpito il Paese fra il 2016 e il 2017, prendendo di mira anche la comunità cristiana. Le autorità hanno introdotto misure restrittive sulla manifestazioni in seguito alla cacciata dell’ex capo di Stato, il leader dei Fratelli musulmani Mohammed Morsi. 

Per mantenere il controllo, fermare l’escalation di attentati da parte di gruppi jihadisti ed estremisti musulmani e garantire la sicurezza il presidente ha rafforzato la repressione del dissenso, violando - secondo i critici - i diritti umani e civili della popolazione. In realtà, una fetta consistente della popolazione - fra cui la componente cristiana - plaude all’operato di al-Sisi che in questi anni ha dato maggiore spazio alle minoranze nominando la prima donna cristiana copta alla carica di governatrice e legalizzando decine di chiese