Papa: non si deve trasformare la religione in ideologia

Nella vicenda della conversione di Paolo, “il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la ‘purità’ tra virgolette della Chiesa, colpiscono Cristo”


Città del Vaticano (AsiaNews) – Non si deve trasformare la religione in ideologia, come fece Saulo quando perseguitava i primi cristiani, a lui “il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la ‘purità’ tra virgolette della Chiesa, colpiscono Cristo”.

Non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni è stato il tema della catechesi di papa Francesco per l’udienza generale di oggi, nella quale ha continuato il ciclo sugli Atti degli Apostoli, incentrando la sua meditazione sul tema: «Lo strumento che ho scelto per me» (At 9,15). Saulo, da persecutore ad evangelizzatore. (Brano biblico: dagli Atti degli Apostoli, 9, 3-6).

“A partire dall’episodio della lapidazione di Stefano – ha detto alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro - compare una figura che, accanto a quella di Pietro, è la più presente ed incisiva negli Atti degli Apostoli: quella di «un giovane, chiamato Saulo» (At 7,58). È descritto all’inizio come uno che approva la morte di Stefano e vuole distruggere la Chiesa (cfr At 8,3); ma poi diventerà lo strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti (cfr At 9,15; 22,21; 26,17). Con l’autorizzazione del sommo sacerdote, Saulo dà la caccia ai cristiani e li cattura. E questo lo fa pensando di servire la Legge del Signore. Dice Luca che Saulo ‘spirava’ «minacce e stragi contro i discepoli del Signore» (At 9,1): in lui c’è un soffio che sa di morte, non di vita”.

“Il giovane Saulo è ritratto come un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l’altro a potenziale nemico da combattere. In Saulo la religione si era trasformata in ideologia. Solo dopo essere stato trasformato da Cristo, allora insegnerà che la vera battaglia «non è contro la carne e il sangue, ma contro […] i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male» (Ef 6,12). Insegnerà che non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni. La condizione rabbiosa e conflittuale di Saulo invita ciascuno a interrogarsi: come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?”. E questo, ha aggiunto, mi spinge a chiedermi “Com’è la mia fede religiosa?”.

“Luca racconta che, mentre Saulo è tutto intento ad estirpare la comunità cristiana, il Signore è sulle sue tracce per toccargli il cuore e convertirlo a sé. Il Risorto prende l’iniziativa e si manifesta a Saulo sulla via di Damasco, evento che viene narrato per ben tre volte nel Libro degli Atti (cfr. At 9,3-19; 22,3-21; 26,4-23). Attraverso il binomio «luce» e «voce», tipico delle teofanie, il Risorto appare a Saulo e gli chiede conto della sua furia fratricida: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9,4). Qui il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la ‘purità’ tra virgolette della Chiesa, colpiscono Cristo”.

“La voce di Gesù dice a Saulo: «Alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare» (At 9,6). Una volta in piedi, però, Saulo non vede più nulla, e da uomo forte, autorevole e indipendente diventa debole, bisognoso e dipendente dagli altri. La luce di Cristo lo ha abbagliato e reso cieco: «Appare così anche esteriormente ciò che era la sua realtà interiore, la sua cecità nei confronti della verità, della luce che è Cristo» (Benedetto XVI, Udienza generale, 3 settembre 2008). Da questo ‘corpo a corpo’ tra Saulo e il Risorto prende il via una trasformazione che mostra la ‘pasqua personale’ di Saulo, il suo passaggio dalla morte alla vita: ciò che prima era gloria diventa «spazzatura» da rigettare per acquistare il vero guadagno che è Cristo e la vita in Lui (cfr Fil 3,7-8)’.

“Saulo riceve il Battesimo e il Battesimo segna per lui, come per ciascuno di noi, l’inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo. L’indurimento è vinto, il cuore palpita di un amore nuovo e subito l’uomo nuovo annuncia Cristo (cfr At 9,20). Lo zelo del persecutore indurito si muta in zelo dell’evangelizzatore compassionevole, attraverso il quale il fuoco del Vangelo di Cristo si propaga suscitando la fede in molti cuori”.

“Chiediamo al Padre, seguendo Paolo – ha aggiunto nel saluto ai fedeli francesi - di insegnarci a non combattere le persone, ma il male che le ispira, non ad andare gli uni contro gli altri, ma a volerle incontrare”.

E “chiediamo al Signore Risorto – ha detto nel saluto ai fedeli di lingua araba - di illuminare e convertire tutte le persone che ancora oggi perseguitano i credenti, credendo di fare la volontà del loro Dio”.