Bhola, scontri per un post blasfemo su Facebook: quattro morti
di Sumon Corraya

La polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti violenti. Il presunto autore del post lesivo della religione islamica denuncia la violazione del profilo social. L’accusa di blasfemia suscita reazioni violente dei radicali islamici. Questa volta le vittime sono musulmani.


Bhola (AsiaNews) – Quattro persone sono rimaste uccise e altre due ferite negli scontri che ieri si sono verificati a Borhanuddin, nel distretto di Bhola, tra poliziotti e manifestanti. A innescare le violenze è stata la pubblicazione di un post blasfemo su Facebook. Il presunto autore, Biplob Chandra Shuvo, ha dichiarato di essere estraneo al commento e che il post era stato scritto da qualcuno che ha violato il suo account per infangare la sua immagine. La notizia del commento offensivo dell’islam era già circolata, suscitando la reazione violenta dei radicali.

Le vittime sono quattro giovani musulmani: Mizan, Mahfuz Patwari, Shaheen e Mahbub Patwari. Secondo Abul Kalam Azad, medico legale dell’ospedale di Bhola Sadar, essi sono deceduti in seguito a ferite d’arma da fuoco.

Sarkar Mohammad Kaisar, sovrintendete della polizia locale, ha raccontato che ieri un gruppo di manifestanti ha organizzato un raduno illegale per protestare contro il commento pubblicato su Facebook. Il post è comparso sui social il 18 ottobre e si è diffuso velocemente tramite le condivisioni sugli smartphone.

Gli agenti sono intervenuti per disperdere la folla che si era radunata senza autorizzazione. Tuttavia i manifestanti hanno attaccato i poliziotti costringendoli a rifugiarsi in un edificio adiacente al luogo della manifestazione. Poi hanno lanciato sassi e infranto porte e finestre con bastoni. In base alla ricostruzione della polizia, a quel punto gli agenti hanno aperto il fuoco per difesa.

Per ripristinare l’ordine pubblico, le autorità hanno dislocato nell’area di Borhanuddin quattro plotoni della Bgb [guardia di frontiera, ndr], compreso un contingente arrivato il elicottero, e un altro della Guardia costiera. È stato anche formato un comitato d’inchiesta composto da tre membri per accertare le responsabilità dell’incidente.

Ieri il primo ministro Sheikh Hasina ha condannato le manifestazioni e invitato “il popolo di questo Paese ad avere pazienza. Troveremo coloro che vogliono smuovere le acque creando problemi e prenderemo le misure appropriate contro di loro”.

In Bangladesh, Paese a maggioranza islamica, i radicali reagiscono con violenza alla notizia di commenti lesivi dei loro sentimenti religiosi. Di solito le vittime sono membri delle minoranze etniche e religiose. In questo caso invece, i morti sono tutti della comunità musulmana.