Contro il governo, i tamil ricordano i morti della guerra civile
di Melani Manel Perera

Il governo ha proibito le celebrazioni del “Mahaverar Day”, durante il quale la comunità etnica ricorda i militanti morti in battaglia e gli scomparsi. Per Colombo, le commemorazioni sono un inno all’ideologia indipendentista. Per i tamil, “i morti erano nostri figli”.


Colombo (AsiaNews) – Migliaia di tamil residenti delle province nord ed est dello Sri Lanka hanno commemorato i parenti defunti durante e dopo la guerra civile, che ha insanguinato l’isola per 30 anni. Il culmine delle celebrazioni è stato il 27 novembre, “giorno del Mahaverar”, durante il quale la comunità etnica ha ricordato i militanti morti in battaglia o scomparsi nel nulla.

Le celebrazioni sono osteggiate dal governo di Colombo e proibite fin dal regime di Mahinda Rajapaksa, fratello dell’attuale presidente, che le considera un inno all’ideologia indipendentista tamil. La comunità tamil lamenta invece che l’allora regime di Rajapaksa ha demolito migliaia di tombe dei parenti e costruito monumenti di guerra, edifici di lusso e altri simboli “nel tentativo di cancellare la memoria e controllarci”.

Ad AsiaNews alcuni tamil protestano: “Le tombe dei nostri figli erano tutte su una linea nel cimitero di Kopai. Lì erano sepolti almeno 2mila salme, ma nel marzo del 2011 l’esercito è arrivato e ha demolito tutto. Poi ha costruito il quartier generale del Comando della provincia settentrionale di Jaffna. Da quel momento, non abbiamo più avuto un luogo dove commemorare i nostri figli. Abbiamo solo la madre terra per piantare fiori e accendere candele ai nostri cari”.

P. Marimuttu Sathivel, sacerdote anglicano tamil e attivista di Colombo, spiega che “per il mondo, essi saranno pure dei miliziani delle Tigri tamil (Ltte), ma per i genitori essi sono semplicemente i loro figli. Ora che sono scomparsi, non possono tornare a combattere anche se vengono commemorati dai parenti”. “Il governo Rajapaka – aggiunge – credeva che i tamil si fossero estinti con la fine della guerra. Con questa celebrazione essi vogliono dire al mondo che esistono e che sono ancora alla ricerca della libertà di vivere in modo pacifico, come esseri umani dotati di dignità”.

Le celebrazioni si sono svolte in varie parti del Paese dal 18 al 27 novembre. Nell’università agraria di Thandikulam, nella città di Vavuniya [Sri Lanka centrale, ndr], alcuni studenti hanno ricordato cinque compagni massacrati dai militari dell’esercito nel cortile del campus il 18 novembre 2006. “A quel tempo – dicono i ragazzi – l’attuale presidente Gotabaya Rajapaksa era segretario della Difesa”. Un’altra celebrazione si è svolta nell’atrio della Jaffna University, nonostante le raccomandazioni del vice rettore K. Kandasami a non tenere commemorazioni.

Da parte sua, C. V. Vigneswaran, avvocato e leader del Tamil People’s Council, dichiara che “il popolo tamil ha il diritto di celebrare il Mahaverar Day in maniera pacifica”. “Non c’è bisogno – ha aggiunto – di chiedere l’approvazione legale per commemorare i defunti. È vero che alcuni morti erano membri delle Tigri tamil, ma non dobbiamo dimenticare che essi erano anche esseri umani”.