Maternità surrogata, la Chiesa in discussione
di Vladimir Rozanskij

Gli ortodossi dichiarano la difesa dell'embrione come diritto fondamentale della persona. Il tema è in discussione nel paese da settimane. 

 


Mosca (AsiaNews) - Nei giorni scorsi il protoierej Dmitrij Smirnov, capo della Commissione per la Famiglia del patriarcato di Mosca, ha dichiarato la priorità della “difesa dei diritti dell’embrione” come un diritto fondamentale della persona, al di là di tutti i pregiudizi: “la maggior parte delle persone pensa che noi siamo dei fanatici religiosi, degli oscurantisti, che siamo contro il progresso… mentre il fatto è che l’embrione non è un semplice zigote, è una persona, da cui può nascere anche un Suvorov o un Musorgskij, magari semplicemente un brav’uomo, ma nessuno ci vuole ascoltare”. Smirnov richiama alla necessità di trovare una soluzione legislativa equilibrata, che possa riportare alla concordia su questo tema.

Il problema della maternità surrogata (in russo abbreviata in EKO) è in effetti al centro di animate discussione nella società russa da diverse settimane. Lo specialista patriarcale di questo tema, lo ieromonaco Dmitrij (Pershin) insiste sul fatto che la tecnologia dell’EKO presuppone la soppressione degli embrioni, e la maternità surrogata porta la madre e il bambino a disordini psicologici. Anche il portavoce della Conferenza episcopale cattolica russa, mons. Igor Kovalevskij, ha dichiarato che questa via alla maternità è un “sistema di prostituzione abituale”.

La discussione si è particolarmente animata quando un popolare giornalista televisivo, Dmitrij Kiselev, ha affermato durante il programma “Notizie della settimana” dell’8 dicembre, sul primo canale Russia 1, che la Chiesa ortodossa potrebbe rivedere le sue posizioni sulla questione, mettendosi in discussione con tutta la società per “giungere alla definizione di una norma morale comune, con il contributo della Chiesa”. Le risposte dei rappresentanti del patriarcato ricordano che “la continuazione della specie è una dimensione della vicinanza con Dio, non una spesa al supermercato”, e per quanto la nascita dei figli sia una cosa buona, “questo non può giustificare l’uso di qualunque mezzo per la sua realizzazione”.

Secondo i dati del direttore dell’Istituto di medicina riproduttiva FGBU, la gravidanza con l’aiuto delle tecniche EKO in Russia avviene nel 35% dei casi, e l’80% dei bambini concepiti in questo modo viene felicemente alla luce. Le tecniche EKO si sono diffuse in Russia soprattutto dal 2016, quando sono stati stanziati fondi speciali nel progetto nazionale “Demografia”. La vice-premier Tatiana Golikova ha dichiarato l’anno scorso che oltre 250 mila bambini potranno nascere in Russia nei prossimi sei anni proprio grazie all’EKO, che oggi viene considerato il migliore rimedio all’infecondità. La pratica è ormai diffusa in tutto il paese, dove nascono 25-30 mila bambini all’anno con maternità surrogata.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, nella Chiesa russa si esprimono opinioni di vario orientamento, anche abbastanza possibiliste circa un’apertura parziale alla maternità surrogata. Il sacerdote Roman Tarabrin, membro della Commissione teologica del patriarcato e docente di scienze umanitarie alla facoltà di medicina dell’università di Mosca, ha spiegato in un’intervista a Pravmir la necessità di un confronto tra la bioetica laica e quella cristiana, coinvolgendo il “terzo interlocutore”, cioè l’intera società civile.

“La maggioranza dei nostri concittadini approva le pratiche di maternità surrogata, ma la Chiesa non può seguire gli interessi immediati della società; nel documento sulla Dottrina Sociale approvato al Sinodo del 2000, si dice chiaramente che si tratta di una pratica inaccettabile”. D’altra parte, continua padre Roman, “bisogna distinguere tra la maternità altruista e quella commerciale, anche nelle misure legislative; la prima è proibita quasi ovunque, mentre in Russia sono accettate entrambe”. Attualmente la Chiesa è impegnata in una seria riflessione sull’argomento, e sta preparando un apposito documento, in cui tra le varie tecnologie EKO verranno evidenziate quelle accettabili moralmente; soprattutto verrà difesa “la sacralità delle relazioni coniugali, condannando ogni interferenza da parti esterne, compresa quella della madre surrogata”.