John Dayal e p. Cedric Prakash arrestati per le manifestazioni contro la legge ‘anti-musulmani’ (Video e foto)

Gli attivisti sfidavano il divieto di manifestare imposto dalle autorità di Delhi. Dayal: “Un giorno speso bene”. Sacerdote gesuita: “Stiamo davvero vivendo in uno Stato fascista!”. Il bilancio delle vittime nelle proteste sale a nove.


New Delhi (AsiaNews) – John Dayal e p. Cedric Prakash sono due delle migliaia di persone arrestate ieri in India per aver sfidato il divieto di manifestare contro la nuova legge sulla cittadinanza che discrimina la comunità musulmana. Il primo è stato fermato a Delhi, il secondo a Ahmedabad (in Gujarat). Dopo qualche ora sono stati entrambi rilasciati. I due noti attivisti sono collaboratori di AsiaNews e si battono da anni per la difesa dei diritti umani in India.

Dayal è segretario generale dell’All India Christian Council e presidente dell’All India Catholic Union. AC Michael, attivista di Delhi, racconta che Dayal è stato fermato a Shahid Park e portato a Bawana dove il Sanjay Gandhi Stadium era stato trasformato in un carcere a cielo aperto. Diabetico e con la necessità di assumere l’insulina, Dayal è rimasto per diverse ore in custodia degli agenti. In quel frangente, gli avvocati di Alliance Defending Freedom (Adf) India, organizzazione che difende i cristiani discriminati, gli hanno fatto arrivare dolciumi e cioccolata attraverso i poliziotti.

Su quanto vissuto ieri, Dayal afferma: “Un giorno ben speso. Sono una delle migliaia di persone arrestate in tutto il Paese in base ad una legge coloniale [sezione 144] per essermi opposto a una legge settaria che demonizza un quinto della popolazione”.

P. Prakash, gesuita, è un noto difensore della libertà d’espressione e delle libertà democratiche. Egli racconta l’arresto agli amici su Facebook e pubblica immagini direttamente dalla stazione di polizia del quartiere di Satellite, a Ahmedabad. “Sono stato fermato – dice – con tante altre persone e sono già più di due ore che siamo qui. Ma intanto intoniamo canti e slogan e leggiamo il Preambolo della Costituzione. Stiamo davvero vivendo in uno Stato fascista!”.

In tutto il Paese proseguono le proteste contro il Citizenship Amendment Bill (Cab), la norma che facilita la richiesta di cittadinanza da parte delle minoranze perseguitate in Pakistan, Bangladesh e Afghanistan, ma esclude i musulmani. Ieri negli scontri con gli agenti sono morte tre persone. Così il bilancio di quella che è stata definita la “legge più divisiva dell’India” è salito a nove vittime.