Litigio ‘virale’ tra monaco buddista e 'prete'. Vescovo metodista: Sostenere l’armonia religiosa
di Melani Manel Perera

Il video dell’alterco “sta creando imbarazzo” tra buddisti e cristiani. Per il presidente dei vescovi metodisti, entrambe le persone coinvolte hanno torto: “Dobbiamo capire che è di suprema importanza l’atteggiamento con cui svolgiamo la nostra opera religiosa”.


Colombo (AsiaNews) – L’armonia tra le religioni “vale più di ogni altra cosa”. Lo afferma Asiri Perera, presidente dei vescovi metodisti dello Sri Lanka. Egli lancia un appello alla pace tra cristiani e buddisti dopo che è diventato virale un video che ritrae il litigio tra un monaco buddista e un presunto sacerdote. A suo parere, entrambi i protagonisti della vicenda hanno torto. “L’ultima cosa che vorremmo vedere – sottolinea – sono la tensione religiosa e la discordia”.

Il video incriminato, evidenzia il rev. Perera, “sta causando imbarazzo tra buddisti e cristiani, due comunità religiose che coesistono a Anuradhapura, in Sri Lanka, fin dal VI secolo dopo Cristo”. Il filmato mostra il ven. Ampitiye Sumanarathana Thero, del tempio Sri Mangalaramaya di Batticaloa, che si rivolge in maniera offensiva a un uomo in abito talare bianco, accusandolo di fare proselitismo e attuare conversioni al cristianesimo in un’area a maggioranza buddista.

Il presunto prete è stato identificato come Nalak Fonseka. Anni fa, spiega il vescovo, “egli serviva la Chiesa metodista, ma è stato allontanato perché non rispettava la disciplina della nostra Chiesa. In quel periodo non ha mai ricevuto l’ordinazione sacerdotale”. Allo stesso modo p. Jude Samantha, portavoce della Chiesa cattolica, afferma che Nalak Fonseka non è un prete cattolico; egli aggiunge che i cattolici “non tentano di convertire nessuno”. Fonseka, senza alcuna ordinazione, indossa la tonaca e svolge attività religiose “indipendenti”.

 il rev. Perera sostiene che sebbene “l’atteggiamento del monaco non rispecchi gli insegnamenti del Buddha, sarà compito dei consigli del Maha Sangha fare ciò che è necessario per riportare l’ordine al proprio interno”. Egli condanna allo stesso modo sia “il comportamento del monaco che dell’uomo in abito talare. Il suo linguaggio del corpo e le espressioni del volto non riflettono uno spirito d’umiltà. Egli sarebbe dovuto scendere dalla motocicletta mentre parlava con il monaco. Inoltre non indossava il casco, perciò non rispettava la legge. I cristiani sono chiamati a essere cittadini rispettosi della legge. Il principio che Gesù seguiva era ‘Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio’”.

Secondo il vescovo metodista, “tutti noi dobbiamo capire che è di suprema importanza l’atteggiamento con cui svolgiamo la nostra opera religiosa, a prescindere dalla religione che seguiamo”. Il leader cristiano ribadisce: “La libertà religiosa sancita dalla Costituzione deve essere garantita dallo Stato ai suoi cittadini allo stesso modo”.