Seoul, uccide un cane randagio: condannato a otto mesi di carcere

Il 28enne condannato ha dichiarato che voleva adottare l’animale ed ha espresso pentimento. Per i giudici, è stato un “crimine crudele”. Aumenta la coscienza animalista, ma il consumo di carne di cane è ancora molto diffuso. Nella capitale ogni anno vengono abbandonati 8.500 “amici a quattro zampe”.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale coreano ha condannato a otto mesi di reclusione un giovane di 28 anni colpevole di aver maltrattato fino a uccidere un cane randagio. Il 28enne, di cui è stato reso noto solo il cognome Jeong, è accusato di aver infranto la legge a tutela degli animali.

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 18 mesi di carcere. Secondo i giudici del tribunale distrettuale di Seoul ovest, “il metodo del crimine è stato davvero crudele e mostra disprezzo nei confronti della vita. Inoltre sussistono margini sostanziali di critica riguardo il motivo del crimine. Pertanto la condanna era inevitabile, considerato che la famiglia della vittima ne chiedeva una punizione esemplare”.

Jeong, impiegato in un ristorante specializzato in pollo fritto, ha espresso pentimento nei confronti del gesto. In sede processuale, egli ha tentato di giustificare l’uccisione del cane dicendo che in realtà voleva adottarlo, ma di fronte alla resistenza di quello che voleva diventasse il suo “amico fedele”, ha perso la pazienza e lo ha colpito ripetutamente.

A ottobre dello scorso anno, la capitale Seoul è stata dichiarata “libera dalla cane di carne”, dopo la chiusura degli ultimi tre mattatoi, voluta dal sindaco Park Won-soon. Tuttavia, nonostante le campagne degli attivisti, ogni anno nella città vengono abbandonati 8.500 cani, e la metà viene soppressa perché i canili sono possono ospitarli o non trovano un padrone.

Negli ultimi anni in Corea del Sud è aumentata la coscienza critica a tutela degli animali. Il Paese, come altri in Asia, è famoso per il consumo della carne di cane, chiamata “Gaegogi”. L’uso della carne, considerata una prelibatezza e utilizzata per realizzare gustosi spezzatini in brodo, risale addirittura al I secolo dopo Cristo.