Emirati, via libera alla prima centrale atomica del mondo arabo

Per i vertici del Paese si tratta di un “momento storico”. L’impianto di Barakah è realizzato da un gruppo locale con la collaborazione di un’impresa sud-coreana. Il costo complessivo è di 24,4 miliardi di dollari. Quattro i reattori previsti nella struttura. In fase di piena operatività potranno produrre 5.600 megawatt.


Abu Dhabi (AsiaNews/Agenzie) - “Un momento storico”. Così gli Emirati Arabi Uniti hanno definito il via libera - arrivato ieri - all’attivazione della centrale nucleare di Barakah, la prima a diventare operativa di tutto il mondo arabo. Secondo quanto riferisce Hamad al-Kaabi, rappresentante degli Eau all’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l’ente nazionale ha “approvato il rilascio” della licenza per l’operatività del primo dei quattro reattori previsti nel nuovo impianto. 

La centrale nucleare di Barakah, nel nord-ovest degli Emirati, avrebbe dovuto iniziare a operare nel 2017, ma ha dovuto affrontare una serie di ritardi e rinvii legati a requisiti di sicurezza e normativi. La struttura è stata realizzata da un consorzio guidato da Emirates Nuclear Energy Corporation (ENEC) e Korea Electric Power Corporation (KEPCO), ad un costo di 24,4 miliardi di dollari (circa 22,5 miliardi di euro).

Hamad al-Kaabi parla di “pietra miliare” per gli Emirati, che puntano alla implementazione di un programma nucleare “pacifico” per soddisfare le “esigenze future di energia nel Paese”. Secondo le autorità di Abu Dhabi l’attivazione dell’impianto dovrebbe avvenire “entro i prossimi mesi” e garantirà un contributo essenziale in termini di “sviluppo e sostenibilità”. 

In fase di piena operatività, i quattro reattori potranno produrre 5.600 megawatt di elettricità, circa il 25% del fabbisogno degli Emirati, nazione ricca di petrolio e che ha nel greggio la propria principale fonte di approvvigionamento. Gli altri tre reattori sono quasi pronti per il funzionamento. 

Il Paese arabo dispone di notevoli riserve di energia, soprattutto il petrolio; tuttavia, il nucleare e le rinnovabili sono destinate a contribuire per almeno il 27% del fabbisogno entro il 2021.