Siberia, otto Testimoni di Geova incriminati per estremismo

Nel 2017 Mosca ha posta fuorilegge il movimento religioso, accusandolo di nuocere alla nazione. Per le organizzazioni a difesa dei diritti umani, dal 2017 le forze di sicurezza hanno perquisito almeno 780 case.


Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità russe nella Oblast’s autonoma ebraica in Siberia hanno incriminato per “estremismo” otto Testimoni di Geova (TdG), sei donne e due uomini. Per gli amministratori sono colpevoli di attività criminale, dato che i TdG sono stati banditi nel 2017. Per coloro che difendono i diritti umani, l’arresto è un altro caso di repressione della libertà religiosa del movimento e persecuzione delle minoranze religiose in Russia.

L’atto di imputazione è stato emanato il 18 febbraio contro gli otto fedeli, da parte delle autorità di Birobidzhan, la capitale regionale della provincia autonoma. Dall’inizio del 2020, simili accuse sono state registrate contro altri 11 membri del movimento.

Nell’aprile 2017 la Russia ha bandito le attività del gruppo religioso e lo ha etichettato come una “organizzazione estremistica”. I Testimoni sono guardati con sospetto da decenni. Essi vengono considerati una “minaccia ai diritti dei cittadini, all’ordine pubblico e alla sicurezza pubblica” a causa delle loro considerazioni sul servizio militare (rifiutano la leva), il diritto di voto e il potere governativo in generale (non cantano l’inno nazionale e non rendono omaggio ai poteri laici).

Il Memorial Human Rights Center, con sede a Mosca, ha riconosciuto come “prigionieri politici” 29 Testimoni accusati o detenuti per estremismo. Secondo Human Rights Watch, la forze di sicurezza russe hanno “aumentato la persecuzione a livello nazionale in maniera drammatica” contro i fedeli durante lo scorso anno. Per la Ong, le autorità di Mosca hanno perquisito almeno 780 abitazioni dei TdG dal 2017, di cui oltre la metà nel 2019.