Taipei: bando alla carne suina italiana, non è una ritorsione per stop collegamenti

Il divieto si basa su considerazioni scientifiche, dice il governo dell’isola. Taiwan contrariata dalla decisione di Roma di sospendere i voli tra i due Paesi per contenere la diffusione del coronavirus. La presenza della peste suina africana in Sardegna alla base del divieto di importazione.


Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Taiwan dichiara che il bando alle importazioni di carne di maiale dall’Italia non è una ritorsione alla sospensione dei collegamenti da e per l’isola decisa dalle autorità di Roma per contrastare la diffusione del coronavirus di Wuhan (Covid-19).

Il divieto di importazione è entrato in vigore ieri, 20 febbraio, e il ministero degli Esteri taiwanese ha precisato che si fonda su dati scientifici. L’agenzia locale responsabile per il controllo sanitario degli animali ((BAPHIQ) sostiene che il bando è dovuto al diffondersi della peste suina africana in Sardegna. Le multe per chi importa dall’Italia suini e carne di maiale vanno da un minimo di 6mila a un massimo di 30mila euro.

È da notare che l’Organizzazione mondiale per la salute degli animali non classifica l’Italia come un Paese a rischio per la propagazione di questa malattia. I casi finora registrati nella penisola sono 45 nel 2017, 90 nel 2018 e 27 nella prima metà del 2019.

Taipei accusa l’Italia di aver cancellato i voli perché l’Organizzazione mondiale della salute (Oms) definisce l’isola una regione della Cina, e non per una valutazione scientifica della situazione sanitaria nell’isola, dove a oggi si registrano 24 contagiati e un decesso.

Il governo di Tsai Ing-wen ha più volte chiesto all’Italia di ripristinare i collegamenti aerei tra i due Paesi. Taiwan è di fatto uno Stato indipendente, però Pechino la considera una provincia “ribelle”, minacciando più volte di riprenderne il controllo, anche con l’uso della forza se necessario.