Teheran scarcera migliaia di detenuti per contrastare la diffusione del coronavirus

Almeno 54mila prigionieri potranno uscire dietro cauzione e risultando negativi al test. Il provvedimento non riguarda detenuti condannati a cinque o più anni per reati legati alla sicurezza. Ad oggi i casi accertati sono 2336 e 77 le vittime, ma il numero potrebbe essere superiore. Un team dell’Oms nel Paese per arginare l’epidemia. 


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus nel Paese e soprattutto in luoghi critici come le prigioni sovraffollate, le autorità iraniane hanno disposto la scarcerazione temporanea di circa 54mila detenuti. Il portavoce della magistratura Gholamhossein Esmaili ha riferito che le persone rilasciate hanno potuto uscire dalla cella solo dopo aver effettuato il test che ha determinato la negatività al Covid-19 e previo deposito di una cauzione. 

Il provvedimento non riguarda però i detenuti per “questioni di sicurezza” che sono stati condannati a cinque o più anni di prigione. Fra quanti potrebbero riacquistare presto la libertà vi è anche la cittadina britannica di origini iraniane Nazanin Zaghari-Ratcliffe, la cui condanna ha innescato un duro scontro fra Londra e Teheran. Il ministero britannico degli Esteri chiede libero accesso dei sanitari alle prigioni per “verificare lo stato di salute dei prigionieri con doppia nazionalità”. 

Secondo le stime ufficiali, in meno di due settimane in Iran si sono verificati 2336 contagi per il nuovo coronavirus. Le vittime accertate sono 77, mentre le persone guarite sono 291. Ieri il numero dei casi è aumentato di oltre il 50% per il secondo giorno consecutivo. Analisti ed esperti affermano che il numero delle persone colpite è di gran lunga superiore e casi legati alla Repubblica islamica si sono registrati in Afghanistan, Canada, Libano, Kuwait, Bahrain, Iraq e Oman. 

Fra le persone affette da nuovo coronavirus vi sono anche alti funzionari, fra i quali il capo del Dipartimento di emergenza Pirhossein Kolivand. Anche 23 dei 290 membri del Parlamento sono risultati positivi e il 2 marzo scorso è morto uno stretto collaboratore della guida suprema, il grande ayatollah Ali Khamenei, il 71enne Mohammad Mirmohammadi. 

Oggi, intanto, dovrebbe partire una campagna nazionale a tappeto come annunciato dal ministro della Sanità Saeed Namaki. Gruppi di esperti visiteranno casi sospetti di Covid-19 e quanti non possono accedere a cure mediche, in una nazione in cui da tempo si denuncia la mancanza di farmaci a causa delle sanzioni statunitensi.

A sostegno delle autorità locali vi è anche un team di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) giunto in questi giorni nel Paese. A bordo dell’aereo vi era anche una scorta di medicine e attrezzature sanitarie, oltre a maschere protettive per almeno 15mila operatori del settore insieme a test per la diagnosi che dovrebbero comprendere fino a 100mila persone.