Chiesa cattolica pakistana: digiuniamo per i musulmani e la pace in India
di Shafique Khokhar

Dopo le recenti violenze a Delhi, il card. Joseph Coutts e p. Saleh Diego chiedono al governo indiano di proteggere tutti i cittadini. Un indù rischia di morire dopo aver salvato i vicini di fede islamica. I conservatori pakistani apprezzano l’iniziativa della Chiesa. La speranza per una convivenza migliore anche in Pakistan.


Karachi (AsiaNews) – L’arcidiocesi di Karachi e la Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana chiedono a tutti i fedeli cristiani di digiunare venerdì, 6 marzo, per i musulmani e la pace in India.

Recenti scontri di matrice religiosa hanno sconvolto Delhi. Diversi musulmani nella capitale indiana sono finiti nel mirino di gruppi oltranzisti indù: il bilancio attuale è di circa 40 morti e 300 feriti. La comunità islamica indiana è ai ferri corti con il governo di Narendra Modi, che ha da poco introdotto una legge sulla cittadinanza che discrimina i fedeli dell’islam.

Il card. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, esprime grave preoccupazione per quanto sta accadendo in India, e chiede alle autorità indiane di prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di tutti i propri cittadini, senza riguardo della fede o della casta di appartenenza.

P. Saleh Diego, vicario generale e membro della Commissione nazionale per il dialogo interreligioso dell'arcidiocesi di Karachi, è sulla stessa lunghezza d’onda. Egli apprezza la posizione del Primo ministro Imran Khan, che in un recente post su Twitter ha promesso di difendere tutte le minoranze che vivono in Pakistan:”Chiunque prenderà di mira i non musulmani, e i loro luoghi di preghiera nel nostro Paese, sarà trattato severamente. Le minoranze hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini”.

Il card. Coutts e p. Diego ricordano i gesti di fratellanza e misericordia di tutte quelle persone di cuore – cattoliche,  sikh e persino indù – che sono corse in aiuto delle vittime a Delhi. In particolare, il loro pensiero è rivolto a Premkant Baghel, un indù che è ora in gravi condizioni per aver salvato dalle fiamme sei vicini di casa musulmani.

I fedeli islamici in Pakistan hanno accolto con soddisfazione la presa di posizione del mondo cattolico contro le politiche oltranziste di Modi. Ringraziamenti sono giunti da una organizzazione locale di pescatori, ma soprattutto dal Jamaat-e-Islami, partito conservatore islamista. Un suo leader, Yunus Khan, sottolinea che tutti in Pakistan, siano essi musulmani o cattolici, sono uniti “per la pace e l’armonia nel mondo”.

La speranza è che l’unità di intenti per quanto accaduto in India si traduca in un impegno più concreto del governo di Islamabad e della maggioranza musulmana in Pakistan a favore della convivenza pacifica con le altre confessioni.