Dio, Popolo e Famiglia: la nuova Costituzione russa di Putin e Kirill
di Vladimir Rozanskij

Consegnate a Putin le proposte delle commissioni. Le tre principali formule: fede in Dio “trasmessa dai nostri antenati”; il popolo russo come “costitutivo dello Stato”; il matrimonio come “unione di uomo e donna”. “Russicità” etnica, culturale e religiosa, come fattore unificante e dominante. Ma non tutti – fra cui musulmani e laici - sono d’accordo. Reminiscenze di concezioni medievali sfociate nel sovranismo.


Mosca (AsiaNews) - Si sono conclusi il 2 marzo i lavori delle commissioni istituite dal presidente Vladimir Putin per le correzioni alla Costituzione russa, e hanno consegnato a Putin stesso le loro proposte. Alcune modifiche “ideologiche” sono state particolarmente discusse, e le formulazioni scelte generano nel paese discussioni ancora più accese.

Le tre principali formule da inserire nella nuova legge fondamentale riguardano il rimando alla fede in Dio “trasmessa dai nostri antenati”, il riferimento al popolo russo come “costitutivo dello Stato” e il matrimonio come “unione di uomo e donna”. Queste idee sono state proposte da diversi membri delle commissioni e ispirate dalla Chiesa ortodossa, ma non tutti le hanno sottoscritte, a partire dal presidente del gruppo di lavoro principale Pavel Krasheninnikov; Putin le ha comunque recepite e ha deciso per il loro inserimento.

Era stato proposto di condensare questi ideali in un Preambolo che fungesse da “orientamento morale” all’intera costituzione, ma si è preferito lasciare la possibilità di una redazione meno formale all’interno dei capitoli. Il precedente, piuttosto controverso, è il famoso preambolo della legge sulla libertà religiosa del 1997, in cui si afferma che “la religione principale della Russia è l’Ortodossia”, a cui si affiancano le quattro religioni tradizionali: “islam, ebraismo, buddhismo e cristianesimo”, creando un’evidente contraddizione circa la natura della religione ortodossa.

Secondo le intenzioni del Cremlino, le correzioni verranno approvate in via definitiva attraverso consultazioni popolari: non tramite referendum, ma in forma di sondaggi e valutazioni anche via internet. Se si verificheranno forti contrasti d’opinione su qualcuno dei punti proposti, questi verranno rimossi dalla redazione. Il presidente Putin ha comunque già annunciato di voler inserire all’articolo 68 il concetto di “popolo russo costitutivo dello Stato” (gosudarstvoobrazujushij) e di “lingua statale” russa, all’art. 71 la “fede in Dio” insieme alla “continuità tra la Russia e l’Unione Sovietica” e alla “inammissibilità della riduzione dei meriti del popolo nella difesa della Patria”, e all’art. 72 la difesa dell’istituto della famiglia “come unione tra uomo e donna” insieme alla “unità di ideali tra la Federazione Russa e le regioni”.

Si tratta quindi di forti interpretazioni ideologiche sulla natura stessa della Russia, della sua “russicità” etnica, culturale e religiosa, come fattore unificante e dominante al di sopra delle tante differenze nei popoli e nelle tradizioni sparse sul territorio della Federazione Russa. Lo stesso Putin ha rimproverato perfino il padre della rivoluzione Vladimir Lenin, che non aveva voluto puntare fino in fondo sul primato dei russi nella composizione dell’Unione Sovietica, creando le premesse per le rivendicazioni nazionaliste.

La caratteristica di “costituzione dello Stato” si rifà addirittura a una concezione medievale, proposta dai monaci “possidenti” guidati dal santo Josif di Volokolamsk all’inizio del ‘500 in polemica con i “pauperisti” di Nil Sorskij. Questi ultimi ritenevano opportuno che la Chiesa rinunciasse alle proprietà (che allora erano quasi due terzi delle terre del Paese) in favore dell’ascesi evangelica, mentre Josif rivendicava l’importanza della Chiesa “possidente” proprio in quanto “costitutiva dello Stato” e interprete della volontà, anzi dell’anima stessa del popolo russo.

Alla radicale “russificazione” si oppongono, peraltro, i rappresentanti dell’Islam russo, pur favorevoli all’inserimento della fede in Dio in costituzione. A loro, ma anche ad altri gruppi etnici e religiosi, appare più opportuna la definizione di “russo” non in senso stretto (russkij), ma in quello più ampio di “cittadino russo” (rossijskij), che ammette la diversa origine etnica e geografica nelle terre eurasiatiche che compongono l’immenso territorio del paese. La stessa Chiesa ortodossa, “madrina” di gran parte delle correzioni, ha espresso perplessità circa l’inserimento nelle definizioni della famiglia del concetto di “diritti dei bambini”, che potrebbe portare all’intromissione dello Stato nei rapporti tra genitori e figli.

Si può dire che in queste discussioni si evidenziano le diverse interpretazioni del “populismo russo”, cifra del regime putiniano, e ispiratore di molte correnti del sovranismo a livello mondiale. Si tratta di una discussione difficile da indirizzare e controllare, ma anche molto feconda e necessaria, forse non soltanto per la Russia di oggi.