Missionario di Madre Teresa: i malati sono Gesù sotto mentite spoglie
di Alexius

La casa “Shanti Daan” di Mumbai accoglie 175 persone. I missionari curano poveri che muoiono per le strade, sui marciapiedi, lungo i canali di scolo delle fogne, alle fermate degli autobus, nelle stazioni dei treni e nei luoghi pubblici. Un “malato di coronavirus che bussa alla porta è Gesù”. I missionari seguono le indicazioni della autorità per non mettere a rischio gli altri pazienti.


Mumbai (AsiaNews) – Malati e sofferenti “sono Gesù sotto mentite spoglie”. Lo afferma fratel Alexius, dei Missionari della carità (il ramo maschile della congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta). Da 31 anni egli si prende cura dei “più poveri tra i poveri” nella casa “Shanti Daan” a Borivali, Mumbai. Intanto, con l’aumento dei casi di coronavirus in India, arrivati oggi a 147, i missionari hanno deciso di effettuare controlli preventivi su tutti i nuovi ricoverati e si atterranno alle regole date dalle autorità.

Anche l’arcidiocesi di Mumbai ha emanato misure più restrittive per arginare il contagio. Il card. Oswald Gracias, capo della Chiesa locale e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), “esonera” i fedeli dal partecipare alla messa fino al 31 marzo e chiede a coloro che hanno oltre 60 anni, sono malati o presentano sintomi di febbre di non recarsi in chiesa. In alternativa, egli suggerisce la preghiera del rosario a casa e la meditazione di un brano della Bibbia. Il presidente dei vescovi ha anche chiesto alla Commissione liturgica di predisporre una Liturgia della Parola da usare in casa. Di seguito la testimonianza del missionario.

Shanti Daan è una casa dei Missionari della carità di Madre Teresa. Abbiamo accolto la missione [di prenderci cura] delle persone scartate, malate, disabili dal punto di vista fisico e mentale, moribonde e bisognose in tutto il mondo. Forniamo loro i beni di prima necessità (cibo, vestiti e alloggio), cure mediche e li accudiamo con amorevole cura umana.

A causa della diffusione dell’epidemia, abbiamo chiesto ai poliziotti di effettuare il test del coronavirus prima di portare i malati al centro. I medici ci hanno detto di ricoverare i poveri solo dopo aver effettuato il test. Inoltre i dottori ci hanno consigliato di non accettare pazienti per i prossimi 15 giorni. Ad ogni modo, in caso d’emergenza, se un moribondo bussa alla nostra porta, noi dobbiamo valutare entrambi gli aspetti. Madre Teresa diceva sempre che queste persone hanno le fattezze di Gesù, perciò noi non possiamo evitarli. Dobbiamo vedere tutti i lati della questione: se la persona che arriva è positiva al test, allora tutti gli altri pazienti che sono già ricoverati saranno a rischio d’infezione. Dobbiamo seguire le linee guida e le regole.

Il nostro centro ospita 175 ricoverati dai 18 anni in su. Compreso il personale e la comunità, arriviamo a 200 persone. Abbiamo 30 ospiti al di sotto dei 20 anni che presentano disabilità mentali e fisiche. Raccogliamo persone per le strade, bisognosi, i più svantaggiati, e li prendiamo con noi. I poveri muoiono per le strade, sui marciapiedi, lungo i canali di scolo delle fogne, alle fermate degli autobus, nelle stazioni dei treni, nei luoghi pubblici.

Di solito i bisognosi sono malnutriti, hanno malattie croniche, soffrono a causa di ferite aperte e infette per i vermi; alcuni solo malati di gravi tubercolosi, polmoniti, perdono la vista, sono sordomuti, con difficoltà psichiche e motorie, rifiutati da famiglie e parenti, da società e ospedali.

Anche la polizia quando trova poveri e senza tetto nelle strade e negli ospedali li porta a Shanti Daan. Noi li ricoveriamo e li prendiamo in cura. Il nostro servizio per i più poveri dei poveri è fatto in modo semplice. Essi sono Gesù sotto mentite spoglie.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)