Coronavirus: in quarantena una contea nell’Henan. Ripresa economica in pericolo

Le autorità cinesi temono una seconda ondata di contagi. Possibili infezioni in un ospedale nella contea di Jia. Le notizie dall’area stridono con i dati del governo sul numero degli infetti. Le misure restrittive nell’Henan arrivano mentre l’economia dà segni di ripresa.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità dell’Henan hanno messo in quarantena la contea di Jia per timori di una seconda ondata di infezioni da coronavirus. La misura colpisce un’area abitata da 600mila persone, che potranno uscire dalle proprie case solo con un permesso speciale, indossando mascherine protettive e sottoponendosi al controllo della temperatura corporea. Il cibo potrà essere acquistato ogni due giorni da un solo membro per famiglia.

Secondo resoconti di stampa, le misure restrittive sono state adottate dopo che in un ospedale della zona sono stati registrati quattro casi di contagio. Il virus sarebbe stato trasmesso da un medico della struttura che ha prestato servizio a Wuhan (Hubei), epicentro dell’epidemia.

Tutti gli esercizi commerciali sono stati chiusi, tranne quelli che forniscono prodotti alimentari e sanitari. Rimangono aperte anche le aziende di pubblica utilità, i distributori di carburante e gli hotel.

Le notizie dall’Henan stridono con i dati ufficiali forniti dal governo. Ieri la Commissione sanitaria nazionale ha riportato solo 36 casi di contagio, tutti importati dall’estero eccetto uno. In totale le persone infette sono oltre 82mila; circa 3300 i decessi.

L’isolamento della contea di Jia giunge mentre il governo centrale cerca di riavviare l’economia, colpita duramente negli ultimi due mesi dalla chiusura forzata delle attività per contenere la diffusione del Covid-19.  I dati di marzo danno segnali di risveglio. L’indice Caixin/Markit delle attività manifatturiere è balzato a 50,1 punti dai 40,3 a febbraio (sopra 50 segnala una crescita della produzione). L’indice governativo ha registrato una crescita più marcata (52 punti).

Intanto Pechino ha autorizzato le amministrazioni provinciali a emettere obbligazioni per finanziare la costruzione di nuove infrastrutture. Le autorità centrali non hanno specificato l’importo dell’intervento. A febbraio sono stati piazzati bond per un valore di 290 miliardi di yuan (37 miliardi di euro).