Sangla Hill, celebrato il Natale nella chiesa distrutta dai musulmani
di Yaqoob K Bangash

Non ci sono stati incidenti in occasione delle  funzioni natalizie nella chiesa cattolica dello Spirito Santo. Pochi giorni prima l'arcivescovo di Lahore aveva celebrato la prima messa dopo l'attacco.


Sangla Hill (AsiaNews) – I cristiani di Sangla Hill, Pakistan, hanno celebrato il Natale senza incidenti nella chiesa dello Spirito Santo, da poco restituita al culto dopo l'attacco del mese scorso da parte di migliaia di musulmani. Fonti locali riferiscono che la messa di mezzanotte e quella del 25 dicembre si sono svolte "regolarmente" con una "buona partecipazione" di fedeli; entrambe le funzioni sono state celebrate da p. Samson Dilawar, il parroco di Sangla Hill.

La chiesa dello Spirito Santo era stata distrutta il 12 novembre scorso. L'attacco era nato dopo un presunto caso di blasfemia ed era stato fomentato dai religiosi locali che dalle moschee incitavano i propri fedeli "a fare qualcosa per difendere il sacro Corano dai cristiani". Circa 2 mila persone  raccolsero l'invito, bruciando e saccheggiando le proprietà di cattolici e protestanti in questo villaggio del Punjab.

Il governo locale si è fatto carico delle spese per la riparazione della chiesa: nuove finestre, porte, altare e arredamento. L'edifico religioso è stato riconsegnato al culto il 22 dicembre. A presiedere la cerimonia, l'arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence Saldanha. Alla prima messa erano presenti molti fedeli. Nella sua omelia mons. Saldhana ha sottolineato il bisogno di riconciliazione tra le due comunità in grado di permettere "un nuovo inizio" per i cristiani di Sangla Hill.

Subito dopo la funzione è intervenuta Asma Jahangir, attivista per i diritti umani e relatrice dell'Onu per l'intolleranza religiosa. La donna era accompagnata da alcuni esponenti della società civile e attivisti di Lahore. Jahangir ha espresso la sua solidarietà ai cristiani e ha promesso di rimanere sempre al loro fianco nel momento del bisogno.

A seguire si è svolto un incontro tra i rappresentanti di entrambe le comunità religiose, funzionari dell'amministrazione locale e il responsabile della polizia distrettuale. Maulana Zulifqar, il leader musulmano del villaggio ha sollevato sé e gli altri leader musulmani da ogni responsabilità nei fatti del 12 novembre. Anzi, egli ha dichiarato di aver provato a far desistere la folla dall'attaccare la chiesa, ma ha poi giustificato l'aggressione, definendola una reazione comprensibile e naturale.

Secondo la relatrice Onu, invece, "bisogna concentrarsi sul problema della giustizia e dell'equità". "I responsabili e gli istigatori delle violenze devono uscire allo scoperto, scusarsi e impegnarsi a non commettere azioni simili in futuro" ha detto.

Ibrahim Salalvi, musulmano membro del Comitato provinciale di pace, si espresso contro la Legge sulla blasfemia ricordando che quasi il 65% degli ultimi casi riguarda musulmani. Egli ha inoltre dichiarato il suo appoggio all'abrogazione della Legge, richiesta con forza da tempo dai cristiani.
A conclusione dell'incontro è stato costituito un comitato di 10 membri delle due comunità incaricato di trattare e discutere eventuali questioni di tensione in futuro.