Coronavirus: zero contagi locali tra i sudcoreani

È la prima volta dal 15 febbraio. Registrati solo 4 casi, tutti importati dall’estero. Decessi: i più colpiti sono gli over 80; nessuno sotto i 25 anni. Un modello vincente, più “democratico” rispetto a quella draconiano della Cina. Anche la democrazia taiwanese eccelle nella lotta al morbo polmonare.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Ieri la Corea del Sud non ha registrato alcun caso di contagio locale: è la prima volta dal 15 febbraio. Sono invece 4 le infezioni importate dall’estero. Il Paese si dimostra tra i più capaci a contenere la pandemia polmonare.

Nel complesso, gli infetti sono 10765; 247 i morti. Il tasso di mortalità è del 2,29%, molto inferiore rispetto al 13,58% dell’Italia (tra le nazioni più colpite), e migliore di quello della Cina (5,52%), l’epicentro dell’infezione. Il maggior numero di vittime sudcoreane si conta tra le persone con più di 80 anni; nessun morto tra coloro che hanno meno di 25 anni. L’attenzione del governo è rivolta ora ai casi importati, che sono 1065; per il 90% si tratta di cittadini sudcoreani.

Seoul ha adottato una forma di intervento più “democratica” rispetto a quella draconiana di Pechino. La velocità di azione è la chiave del successo, rafforzata dall’eccellenza del sistema sanitario nazionale. Il governo ha chiuso in modo rapido i confini con la Cina, introducendo rigide misure di quarantena per chi entra nel Paese. Le autorità sanitarie hanno poi avviato test diagnostici di massa per individuare i possibili infetti, e mappare tutti i loro contatti con altre persone.

Nei prossimi giorni, al termine di un periodo di festività, i leader sudcoreani valuteranno se mitigare l’obbligo di distanziamento sociale. In caso positivo, saranno riaperte la maggior parte delle scuole e dei luoghi di lavoro.

Anche Taiwan, un’altra democrazia asiatica, si sta distinguendo per la sua capacità di contenere il Covid-19. Ieri, per il 4° giorno consecutivo, nell’isola non si è avuto alcun contagio. I casi totali sono 429 e 6 i decessi.