Filippine, monta la protesta dei cattolici per far riaprire le chiese

Da due mesi sono in vigore provvedimenti di chiusura e distanziamento sociale per contrastare la pandemia. Il governo ha allentato alcune misure, ma restano proibite le funzioni e gli accessi ai luoghi di culto. Mons. Pabillo: messe e celebrazioni sono “servizi essenziali”, la religione è un elemento “molto importante” per i cittadini.


Manila (AsiaNews/Cbcp) - A due mesi di distanza dai primi provvedimenti di chiusura e distanziamento sociale introdotti nelle Filippine per contrastare la pandemia di nuovo coronavirus, crescono gli appelli al governo per la riapertura delle chiese. I fedeli vogliono tornare a celebrare la messa e ricevere la comunione, pur nel rispetto delle norme igienico-sanitarie previste nella lotta al Covid-19 e garantendo l’adozione di tutte le misure precauzionali necessarie. 

Il prossimo 13 maggio è prevista la cerimonia di consacrazione delle Filippine al Cuore immacolato di Maria,  perché nel mese che la Chiesa dedica alla Madre di Gesù la nazione - il pianeta - possano superare la pandemia globale. In attesa della celebrazione, l’amministratore apostolico di Manila mons. Broderick Pabillo afferma che “le funzioni religiose sono servizi essenziali” in questi tempi. 

Quando politici e amministratori, prosegue il prelato, valutano “i servizi essenziali da consentire, dovrebbero prendere in considerazione l’apertura delle chiese e le celebrazioni”. La religione, aggiunge, “è molto importante per i filippini” che trovano nella messe e nelle preghiera “un elemento di forza, in special modo nelle difficoltà”. Difatti, conclude, in occasione dei disastri naturali come terremoti e alluvioni i primi beni a essere salvati “sono Bibbie e immagini sacre”. 

P. Elias Ayuban, superiore dei missionari clarettiani, si unisce alla richiesta di apertura, soprattutto nelle aree in cui non si registrano casi. Andare al mercato è consentito, aggiunge, dove è difficile mantenere il distanziamento sociale, ma non frequentare la chiesa. “È ora di riaprire - conclude il sacerdote - le porte delle chiese, perché le persone possano pregare”. 

In questi giorni il governo di Manila ha allentato parte delle misure restrittive, pur mantenendo il divieto di accesso ai luoghi di culto e il blocco delle funzioni. Nell’arcipelago filippino si sono registrati sinora oltre 9600 contagi di Covid-19. Le vittime accertate sono poco meno di 650.