Zero infezioni. La Thailandia verso la fine della quarantena
di Weena Kowitwanij

Da 28 giorni in 50 province del Paese non vi sono nuove infezioni. Dal 3 aprile è in atto un ferreo coprifuoco dalle 10 di sera alle 4 del mattino e la quarantena della maggior parte delle attività. Secondo un’inchiesta sui media, che l’88% vuole si allunghi il periodo di chiusura. Solo il 12% vuole che si allentino le misure di sicurezza. Appello per donazioni di sangue. I doni della Cina.


Bangkok (AsiaNews) – Nessun nuovo caso di Covid-19 è stato registrato oggi nel Paese. L’ha dichiarato il portavoce del Centro amministrativo per il Covid-19, dott. Taweesin Visanuyothin, aggiungendo che questa è la prima volta dal 13 gennaio, quando è apparso il primo caso di coronavirus in Thailandia. Negli ultimi 28 giorni non vi sono state nuove infezioni in 50 province (su 77).

In ogni caso, egli ha avvertito la popolazione a non abbassare la guardia sulle misure di sicurezza, anche se tutti vorrebbero ritornare alla vita normale. Al presente il bilancio è di 3017 casi positivi, con 117 ricoveri in ospedale, e con 56 morti.

La diffusione del virus in gennaio è partita da 80 spettatori di un incontro di box thailandese al Lumpinee Boxing Stadium della capitale. Cica 40 di loro sono di Bangkok, altri 40 provenivano da diverse province del sud (Yala, Pukhet, Pattanee) e diversi di loro sono divenuti diffusori del coronavirus.

Dal 3 aprile il Paese è sottomesso a un ferreo coprifuoco dalle 10 di sera alle 4 del mattino e la maggior parte delle attività sono state messe in quarantena, con precise indicazioni sanitarie: stare a casa, prendere pasti caldi, isolamento, lavarsi le mani spesso, non incontrarsi in gruppi numerosi, indossare mascherine. Dal 3 maggio alcune attività sono state riaperte pur sotto il controllo delle misure di sicurezza.

La quarantena ha portato problemi di disoccupazione e miseria per i lavoratori a giornata, soprattutto quelli nell’ambito del turismo e fra i venditori ambulanti.

Molti di loro premono per la riapertura di tutte le attività. Ma il premier, gen. Prayut Chan-o-cha ha dichiarato che la decisione va presa dal ministero della sanità e da una votazione al parlamento. Intanto i media hanno svolto un’inchiesta se continuare il lockdown, la chiusura o riaprire il Paese. Il risultato è che l’88% vuole si allunghi il periodo di chiusura. Solo il 12% vuole che si allentino le misure di sicurezza.

Il vice-premier Anutin Charnvirakul, che è anche ministro per la Sanità, ha detto che è necessario per i thailandesi abituarsi a condurre la vita in una “nuova normalità”: “La situazione tornerà normale solo quando avremo il vaccino contro il Covid-19”.

Il portavoce del Centro amministrativo, Taweesilp Visanuyotin, ha chiesto alla popolazione di donare sangue per i malati. E lo ha chiesto soprattutto a color che sono guariti dal coronavirus. Forse perché è sempre più evidente che l’uso di plasma di persone guarite, affretta il recupero di pazienti del Covid-19.

Fra i thai, fra i quali vi sono molti di origine cinese, ha fatto molta impressione la solidarietà della Cina. Di recente Pechino ha inviato all’aeroporto militare uno stock di materiale sanitario del valore di 30 milioni di bath (circa 75mila euro) per combattere il Covid-19.