Associazione avvocati: Pechino non può imporre la legge sulla sicurezza

È il Legco che deve legiferare sulla materia. A rischio il rispetto  della Convenzione Onu sui diritti civili e politici. Il governo centrale non può interferire negli affari di esclusiva competenza delle autorità cittadine. Minacciata l’indipendenza dei giudici.


Hong Kong (AsiaNews) – Pechino non può imporre alla città la legge sulla sicurezza in discussione all’Assemblea nazionale del popolo (Anp). È quanto ha dichiarato oggi l’Associazione degli avvocati.

Essa nota che in base alla Basic Law (la mini-costituzione cittadina), il governo cinese controlla solo politica estera e difesa di Hong Kong. Spetta al Legco – il Parlamento locale – legiferare su questioni di sicurezza nazionale.

Hong Kong non si è ancora dotata di un simile strumento legislativo. Nel 2003, una proposta di legge sul tema è stata ritirata dopo la forte opposizione della cittadinanza, che vi vedeva un pericolo per i propri diritti. Per gli avvocati, la legge voluta da Pechino potrebbe violare la Convenzione Onu sui diritti civili e politici, a cui la Basic Law fa espresso riferimento.

Il governo centrale cinese non può interferire negli affari di esclusiva competenza delle autorità dell’ex colonia britannica. Ciò significa che se Pechino vuole schierare propri addetti alla sicurezza a Hong Kong, essi dovranno sottostare alle leggi locali e non a quelle della madrepatria.

La nuova legge impone anche l’intervento dei tribunali di Hong Kong nel prevenire, fermare e punire azioni che minacciano la sicurezza nazionale. L’Associazione nota che questa disposizione viola l’indipendenza del sistema giudiziario, un elemento cardine della speciale autonomia riconosciuta alla città dopo il suo ritorno in mano cinese.

Nei piani del regime cinese, il nuovo provvedimento sarà approvato dal Comitato permanente dell’Anp e promulgato dall’esecutivo di Hong Kong. Da quasi un anno la regione a statuto speciale è scossa da manifestazioni pro-democrazia, che Pechino condanna come sovversive.

Nel giugno 2019, gli avvocati di Hong Kong sono stati tra i primi a manifestare contro la proposta di legge sull’estradizione (poi ritirata), che ha dato il via a mesi di dimostrazioni a favore delle libertà democratiche.

Ieri centinaia di persone sono scese in strada contro la legge sulla sicurezza, la prima vera e propria manifestazione dopo mesi di lockdown in cui il governo proibiva assembramenti e raduni di più di 8 persone. La polizia ha arrestato 180 dimostranti; almeno 10 attivisti sono stati feriti e portati in ospedale.