La polizia di Hong Kong si auto-elogia. Arrestati anche bambini della scuola media
di Paul Wang

Per il capo della polizia, Chris Tang, le forze dell’ordine “cacceranno l’oscurità da Hong Kong”. Fra i 360 arrestati, vi sono pure decine di ragazzi e ragazze della scuola media. Le critiche dei social. Tensioni nel Legco; un parlamentare democratico portato fuori dall’aula. I “silver hair” vogliono organizzare una manifestazione contro la legge sulla sicurezza voluta da Pechino. Per Mike Pompeo Hong Kong non è più “autonoma”.


Hong Kong (AsiaNews) – Il capo della polizia di Hong Kong, Chris Tang, si è complimentato coi suoi ufficiali per l’ottimo lavoro svolto ieri: oltre 3mila poliziotti hanno dissolto le proteste che miravano a bloccare la discussione sulla legge dell’inno nazionale al parlamento (Legco).

Parlando ieri sera alla radio della polizia, Tang (foto 3) ha detto che le forze dell’ordine “cacceranno l’oscurità da Hong Kong”.

Da ieri pomeriggio al Legco si discute una legge che commina multe e prigione fino a tre anni per chiunque offende o storpia le parole dell’inno nazionale cinese. Molta popolazione di Hong Kong considera questa legge - insieme a quella sulla sicurezza che Pechino vuole imporre al territorio – lesiva dei diritti civili.

Almeno 360 persone sono state arrestate ieri. Fra queste anche qualche decina di ragazzi e ragazze della scuola media, di 13-14 anni (foto 1).

L'associazione dei giornalisti ha criticato la polizia, che ha preso di mira anche i reporter, cacciandoli o non permettendo loro di riprendere situazioni in cui era esercitata violenza contro passanti e giovani dimostranti. Nei social si irride alle forze dell’ordine che hanno arrestato adolescenti in evidente uniforme scolastica (foto 2).

Non si ferma intanto la tensione. Quest’oggi al Legco, vi sono state forti discussioni fra favorevoli e oppositori della legge, tanto che la seduta è stata interrotta almeno due volte. Il rappresentante democratico, Chu Hoi-dick è stato portato fuori dall’aula a forza.

Un gruppo di anziani, definiti “Silver hair (capelli grigi)” hanno inoltrato alla polizia la richiesta di tenere per il 6 giugno una manifestazione contro la legge sulla sicurezza. Il governo ha bandito tutte le manifestazioni fino al 4 giugno, data in cui centinaia di migliaia di persone ad Hong Kong commemorano gli uccisi in piazza Tiananmen (4 giugno 1989). Il motivo ufficiale è prevenire la diffusione del coronavirus.

Una vasta percentuale della popolazione di Hong Kong pensa che le nuove leggi volute da Pechino, mettano fine al principio “un Paese, due sistemi”, che aveva finora garantito uno stile liberale nel territorio. Alle preoccupazioni per la libertà, si aggiungono anche quelle economiche.

Ieri sera, Mike Pompeo (foto 4), segretario di Stato Usa, ha dichiarato che la Casa bianca non considera più Hong Kong una realtà autonoma dalla Cina popolare. Ciò significa che Hong Kong, non essendo più un luogo più libero della Cina, non potrà godere di trattamenti preferenziali nel commercio e nella finanza, come è avvenuto finora anche con la guerra dei dazi, non applicati ad Hong Kong.