Erdogan a caccia di gas e petrolio al largo della costa libica

L’obiettivo di Ankara è far diventare un “fatto compiuto” le rivendicazioni, sinora verbali, sulle risorse naturali dell’area e rilanciare l’idea di un “califfato economico”. L’accordo sancisce il diritto “esclusivo” di ricerca. Il rischio di uno scontro con l’Europa che ha già minacciato sanzioni per le esplorazioni a Cipro. 


Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intende promuovere una serie di esplorazioni marittime al largo della costa libica, in modo da trasformare in un “fatto compiuto” le rivendicazioni - sinora verbali - sulle risorse naturali presenti nell’area. In un contesto di profonde tensioni e di violenze, la notizia rimbalzata in queste ore nelle cancellerie internazionali è destinata a creare ulteriori divisioni alimentando i venti di guerra e il progetto di un nuovo “califfato economico” sognato dal leader di Ankara. 

La Turchia preme dunque per l’applicazione di un accordo che le garantirebbe il diritto di avviare esplorazioni in cerca di petrolio e gas, con una zona economica esclusiva (Eez). Un patto raggiunto lo scorso anno, nel contesto degli accordi sui confini marittimi siglato con il governo libico a Tripoli, che ha innescato una ulteriore escalation della tensione.

Nel complicato scacchiere libico, il leader turco ha manifestato pieno sostegno politico e militare al Primo Ministro Fayez al-Sarraj, alla guida del Governo di Accordo Nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale.

Secondo Ankara l’accordo sancisce il diritto “esclusivo” di ricerca in un’area compresa fra la costa meridionale turca e quella nord-orientale libica. Tuttavia Grecia, Cipro e l’Unione europea (Ue) hanno definito “illegale” il patto commerciale, che rappresenta un'ulteriore fonte di scontro con Bruxelles già ai ferri corti per le esplorazioni marittime al largo delle acque territoriali di Cipro. Per quest’ultima controversia, l’Europa ha già minacciato di comminare sanzioni alla Turchia. 

Ad oggi il governo turco non ha chiarito in termini esatti dove intende avviare le esplorazioni. Secondo gli esperti le prime operazioni dovrebbero partire a breve al largo di Tripoli e nei pressi dell’area adiacente la costa di Sirte. 

Zenonas Tziarras, ricercatore del Prio Cyprus Centre, riferisce che “da un punto di vista tattico, la Turchia potrebbe testare lo scenario di una crisi con Atene con cui è in atto una escalation”. A seguire, in un contesto di “allentamento” della tensione, le due nazioni “potrebbero discutere e negoziare le loro posizioni”. 

Secondo Mona Sukkarieh, consulente politica e co-fondatrice di Middle East Strategic Perspectives, spiega: “Se prediamo le operazioni turche al largo della costa cipriota come indicatore, le operazioni al largo della costa libica potrebbero sembrare meno provocatorie” al momento, ma diventare “più audaci con il tempo”. L’obiettivo, conclude l’esperta, è “dimostrare una determinazione risoluta al fine di ricavare concessioni o, alla peggio, di imporsi come attore con il quale dover fare i conti”.