Registrazioni e email mostrano che l’Oms e Xi Jinping hanno mentito sulla pandemia
di Wang Zhicheng

Secondo rivelazioni dell’Associated Press, le autorità cinesi hanno nascosto il genoma e la conformazione del virus per settimane, permettendo il diffondersi nel mondo dell’epidemia. L’Oms ha esaltato e valorizzato la Cina, cercando di accattivarsi la simpatia per ricevere più informazioni.


Pechino (AsiaNews) – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il governo cinese, insieme al direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus e al presidente cinese Xi Jinping, hanno mentito alla comunità internazionale: i cinesi perché hanno nascosto notizie importanti sul virus e sulla sua diffusione; l’Oms perché – cosciente dei silenzi della Cina – ha nascosto tale preoccupazione e ha continuato a elogiare Pechino fino a additarla come “modello” per l’affronto della pandemia.

È quanto si deduce da un rapporto pubblicato dall’agenzia Associated Press (Ap), che cita fonti basate su registrazioni e email dell’organismo Onu della sanità. Di per sé, il ritardo sull’annunciare l’epidemia era già emerso con la denuncia dei dottori di Wuhan, Li Wenliang e Ai Fen. Anche il ritardo nell’annuncio dell’avvenuta trasmissione da uomo a uomo del virus, denunciata da dottori di Taiwan era già noto. Il rapporto dell’Ap mette in luce soprattutto il fatto che le massime autorità cinesi per la sanità hanno nascosto per settimane la mappa genetica e la conformazione del virus alla comunità scientifica internazionale, per “stretto controllo delle informazioni” e per “competizione” nella ricerca di un anti-virus.

L’Ap nota che le autorità di Pechino hanno rilasciato il genoma del coronavirus solo dopo che un laboratorio cinese, andando contro la censura, ha pubblicato il frutto dei suoi studi su un sito internet di virologia l’11 gennaio. Nonostante ciò, le autorità cinesi hanno fermato per altre due settimane le informazioni, lasciando intanto che il Covid-19 si diffondesse in tutto il mondo. Secondo uno studio dell’università di Southampton, citato dal card. Charles Bo in una furiosa dichiarazione contro il Partito comunista cinese, “se la Cina avesse agito in modo responsabile una, due o tre settimane prima, il numero dei contagiati dal virus sarebbe stato minore rispettivamente del 66%, dell’86% e del 95%”.

All’Assemblea dell’Oms, lo scorso maggio, Xi Jinping aveva difeso se stesso e la Cina affermando che il suo Paese aveva condiviso con l’Oms tutte le informazioni possibili “in modo accurato e in tempo”, con “apertura, trasparenza e responsabilità”.

Le rivelazioni dell’Ap emergono proprio mentre è in atto un duro confronto fra l’agenzia Onu e il presidente Usa Donald Trump che ha deciso di tagliare le donazioni (circa 400 milioni di euro all’anno) per essere stata troppo succube della Cina.

A detta di personalità dell’Oms, citate da Ap, l’atteggiamento carezzevole e accattivante dell’organismo verso Pechino era studiato per far sì che la Cina, valorizzata il più possibile, rilasciasse tutti i dati in suo possesso. Ciò che è avvenuto (forse) troppo tardi.