Zoom censura dissidente esiliato e conferenza su Tiananmen

A Zhou Fengsuo, già leader del movimento, è stato cancellato l’abbonamento al servizio di videoconferenza. In memoria del massacro di Tiananmen hanno partecipato testimoni e persone dalla Cina. Le “leggi locali” cinesi influenzano la compagnia negli Usa.


San José (AsiaNews/Agenzie) – Zoom.us, il gigante delle videoconferenze con base in California, ha censurato un dissidente cinese esiliato negli Usa cancellando il suo abbonamento, dopo che questi aveva tenuto una web-conferenza in memoria di Tiananmen.

La conferenza è stata organizzata il 31 maggio da Zhou Fengsuo, già leader del movimento dell’89, ora esule negli Usa e presidente dell’associazione “Humanitarian China”.

Alla conferenza hanno partecipato dalla Cina una delle “madri di Tiananmen”, Zhang Xianling, il cui figlio è stato ucciso nel massacro del 4 giugno, e protagonisti del movimento di allora, che hanno subito molti anni di carcere. Ma il fatto più importante è che alla conferenza si sono collegati anche spettatori dalla Cina. A Zoom, infatti, è possibile accedere anche dalla Cina senza abbonamento a server stranieri (Vpn).

Alcuni giorni dopo la conferenza, a Zhou Fengsuo è stato cancellato l’abbonamento al servizio, che lui aveva pagato. Interpellata la compagnia, la risposta è stata che la sua conferenza ha “violato leggi locali”, ossia le leggi cinesi, ma senza specificare quali; né ha specificato se l’account di Zhou è stato cancellato su richiesta del governo cinese.

Dopo le critiche del dissidente e la pubblicizzazione del caso, ieri 10 giugno Zoom ha riaperto l’account di Zhou. A molti fruitori del servizio rimane la domanda se l’uso di Zoom garantisce la sicurezza dei propri dati e come è possibile che una persona che vive negli Usa sia penalizzata da una “legge locale” in Cina.