Leader europei: Pechino continua a non mantenere le sue promesse

L’Unione ha espresso il suo disappunto ieri durante il summit annuale con la Cina. Nel mirino politiche commerciali, attacchi informatici e campagna di disinformazione. Von der Leyen: “Gravi conseguenze per la legge sulla sicurezza per Hong Kong”. Analisti: La Ue dovrà far seguire i fatti alle parole.


Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – L’Unione europea ha attaccato ieri la Cina per le tante promesse che non ha mantenuto negli ultimi anni. È quanto è emerso al termine del summit annuale con Pechino, che ha visto i leader europei confrontarsi in videoconferenza con il presidente cinese Xi Jinping e il suo primo ministro Li Keqiang.

Ursula von der Leyen, capo della Commissione europea, ha criticato in modo esplicito Pechino per i suoi ritardi nell’aprire il mercato interno e nel riconoscere parità di trattamento alle imprese europee presenti in territorio cinese. In particolare, l’Unione chiede a Xi e Li di eliminare l’obbligo per le compagnie straniere di trasferire il proprio know-how tecnologico a un partner cinese per poter operare in Cina.

Per la Ue, Pechino non ha fatto progressi nemmeno riguardo alla riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio. L’Unione punta il dito contro le pratiche commerciali scorrette dei cinesi, come i sussidi statali alle esportazioni e il dumping (la vendita sottocosto di beni). Se la Cina non farà progressi in questi ambiti, sostengono i leader europei, le due parti non potranno stipulare un grande accordo sugli investimenti entro la fine dell’anno.

Von der Leyen ha usato parole dure per i cyber attacchi cinesi ai sistemi informatici dell’Unione e dei suoi Stati membri. Pechino è accusata anche di aver lanciato una vasta campagna di disinformazione sulla risposta europea alla crisi pandemica, cercando poi di trarne vantaggio e rafforzare i suoi rapporti con i Paesi Ue più disposti ad allinearsi all’agenda geopolitica cinese.   

Su Hong Kong, i leader europei hanno ribadito la loro contrarietà alla nuova legge sulla sicurezza voluta da Pechino. Per l’Unione, il provvedimento viola gli impegni internazionali assunti dal governo cinese per il ritorno dell’ex colonia britannica sotto la sua sovranità nel 1997. Von der Leyen ha parlato di “conseguenze molto negative” per la Cina se la normativa sarà adottata.

Xi si è difeso sostenendo che la Cina non ha mira egemoniche, e che la cooperazione con Pechino aprirà nuovi spazi di sviluppo per l’Europa.

Per gli analisti, l’Unione ha messo in chiaro il suo disappunto verso il gigante cinese, ma è da vedere quali misure pratiche i leader europei sono pronti prendere se Pechino continuerà a non mantenere le sue promesse.