Islamabad: Frange islamiche si oppongono alla costruzione di un tempio indù
di Shafique Khokhar

Il progetto è finanziato dal governo. Nel Paese vivono 3 milioni di indù; 3mila nella capitale. Per i musulmani conservatori, gli appartenenti alle minoranze sono  cittadini di terza classe e non hanno il diritto di costruire nuovi luoghi di preghiera. Giudice dell’Alta corte: Nessuna obiezione alla costruzione. Attivista indù: Le nuove moschee realizzate nei Paesi non musulmani sono esempi di armonia tra le diverse fedi.


Islamabad (AsiaNews) – La costruzione del primo tempio indù di Islamabad ha scatenato nel Paese l’opposizione dell’islam più conservatore. I lavori di realizzazione del tempio (mandir) Shri Krishna sono iniziati il 30 giugno. Il progetto, che interessa un’area di oltre 2mila mq, costa  1,2 milioni di euro ed è finanziato interamente dal governo di Imran Khan. 

In Pakistan vivono circa 3 milioni di indù, su un totale di 204 milioni di abitanti (il 97% musulmani). Nella capitale ne risiedono circa 3mila, che al momento sono obbligati a recarsi fuori città per i loro rituali.

Per il primo ministro Khan, la comunità indù  ha contribuito alla prosperità e allo sviluppo della nazione sin dalla sua nascita, pertanto merita di essere sostenuta dalle autorità.  Parte del clero islamico la pensa in modo diverso.

Maulana Zia-ul-Din Manseharvi, dell’università Jamia-e-Ashrafia di Lahore (Punjab), ha emesso una fatwa (un giudizio religioso) contro la costruzione del tempio indù. Egli sostiene che i non musulmani possono vivere e pregare liberamente nella terra dell’islam, ma la sharia (la legge islamica) proibisce loro di erigere nuovi luoghi di preghiera o di rinnovare i vecchi templi.

Anche Chaudhary Parvez Ilahi, presidente dell’Assemblea legislativa del Punjab, si è scagliato contro il progetto. Egli ha affermato che il Pakistan appartiene solo ai musulmani e che gli indù sono cittadini di terza classe: “Noi rispettiamo i diritti delle minoranze, ma esse non possono costruire nuovi templi, al massimo possono restaurare quelli già esistenti.”.

La questione è finita anche nelle aule giudiziarie. Amir Farooq, giudice dell’Alta corte della capitale, ha sottolineato però che i diritti delle minoranze devono essere rispettati e che non vi può essere alcuna obiezione alla costruzione del luogo sacro.

Parkash Heerani, un attivista indù, membro della Fondazione Alkhidmat, contesta le obiezioni alla costruzione del tempio. In un commento sui social media, egli ha fatto notare che quando una moschea è costruita in un Paese non musulmano, molti in Pakistan lo considerano un esempio di armonia tra le diverse fedi. Lo stesso dovrebbe essere riconosciuto nel caso del tempio indù di Islamabad.