Mar Cinese meridionale: Filippine e Indonesia appoggiano Washington contro Pechino

Ieri il segretario di Stato Usa ha affermato che le rivendicazioni territoriali di Pechino sono “del tutto illegali”. Finora gli Stati Uniti si erano limitati a domandare libertà di navigazione lungo la strategica via d’acqua. Manila: Pechino deve rispettare il diritto internazionale. Jakarta: Il sostegno di altri Paesi alle nostre posizioni è un fatto normale.  


Hong Kong (AsiaNews) – Filippine e Indonesia sono gli unici due Paesi Asean (Associazione dei Paesi del sud-est Asiatico) a esprimere aperto sostegno alla forte presa di posizione degli Stati Uniti contro le rivendicazioni territoriali della Cina nel Mar Cinese meridionale.

In un duro discorso, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha affermato ieri che le pretese cinesi su questo vasto specchio d’acqua sono “del tutto illegali”. Pur criticando le azioni di Pechino nella regione, Washington non aveva mai assunto una posizione così netta, limitandosi a domandare libertà di navigazione e sorvolo nell’area.

La posizione di Washington si fonda sulla sentenza della Corte internazionale di arbitrato dell’Aia, che nel 2016 ha definito “senza basi” le rivendicazioni cinesi su quasi il 90% del Mar Cinese meridionale. Pompeo ha precisato che gli Stati Uniti si impegneranno a proteggere il diritto sovrano delle nazioni del sud-est asiatico a sfruttare le proprie risorse marittime.

Per diversi osservatori, la dichiarazione Usa rafforza l’opposizione di Vietnam, Filippine, Malaysia, Taiwan, Brunei e Indonesia alle pretese di Pechino sulla strategica via d’acqua. Il gigante asiatico ha occupato e militarizzato numerosi atolli coralliferi e banchi sabbiosi nella regione. Navi da guerra e della guardia costiera cinesi, insieme alle imbarcazioni delle milizie marittime, operano di frequente nelle acque rivendicate dagli altri Stati.

Le Filippine, per bocca del ministro della Difesa Delfin Lorenzana, hanno accolto con favore le parole di Pompeo. Secondo Manila, esse riflettono le aspettative della comunità delle nazioni, che chiede il rispetto delle leggi internazionali nelle dispute sul Mar cinese meridionale. Lorenzana ha invitato inoltre Pechino a riconoscere la sentenza della Corte dell’Aia.

In forma più cauta, l’Indonesia ha espresso lo stesso concetto. Il ministero degli Esteri di Jakarta ha affermato oggi che il “sostegno di qualsiasi Paese ai nostri diritti nel Mare di Natuna è un fatto normale”. I leader indonesiani ripetono che il loro Paese non è parte in causa nelle contese sul Mar Cinese meridionale. I cinesi sostengono però di avere diritti storici sulle pescose acque intorno alle isole Natuna, un’area che in base alla  Convenzione Onu sul diritto del mare rientra nella zona economica esclusiva di Jakarta.

Le nazioni Asean tendono a non prendere posizione nel confronto geopolitico in atto tra Washington e Pechino. Esse hanno bisogno della Cina per la loro crescita economica – colpita in modo pesante dalla pandemia di Covid-19 – e allo stesso tempo degli Stati Uniti per contenere le pretese egemoniche dei cinesi.

Di recente, le due superpotenze hanno mostrato i muscoli nel Mar Cinese meridionale. Ai primi di luglio, la Cina ha condotto una grande esercitazione anfibia nelle acque attorno alle isole Paracel. In risposta, Washington ha inviato nella regione due portaerei con i rispettivi gruppi di combattimento.