India, 10 milioni di feti femminili abortiti in 20 anni
di Nirmala Carvalho

Lo rivela la  rivista scientifica Lancet:  aborto selettivo, tra le cause maggiori. Cattolici nel paese propongono alla Chiesa di istituire una clinica, dove le donne possano riparare al grave errore di "giocare con la vita umana".


New Delhi (AsiaNews) – Una sorta di clinica "al contrario" dove le donne indiane, che hanno subito sterilizzazioni o altri interventi legati ad una innaturale pianificazione familiare possano "tornare indietro" e riparare "all'errore di giocare con la vita". È la proposta che John Dayal, segretario dell'All India Catholic Council (Aicc), rivolge alla Chiesa indiana dopo la pubblicazione oggi di un'allarmante studio scientifico, che rivela la mancata nascita in India di 10 milioni di femmine negli ultimi 20 anni.

Secondo la ricerca pubblicata dalla rivista medica britannica Lancet, gli aborti selettivi e la preferenza culturale per il figlio maschio potrebbero essere la causa del grave fenomeno. Un team di scienziati, che ha analizzato i dati sulla fertilità, sulla base di un'indagine nazionale su 6 milioni di persone in India, ha scoperto che nel 1997 sono nate circa mezzo milione di femmine in meno rispetto alle previsioni. Proiettata su un periodo di 20 anni, tale cifra raggiunge i 10 milioni.

Secondo gli esperti, il ricorso ad aborti selettivi di feti femminili è la spiegazione plausibile al fenomeno. "Noi riteniamo, con le dovute cautele - ha detto il dottor Prabhat Jha, dell'Università canadese di Toronto, che ha guidato il gruppo di ricercatori - che le pratiche per determinare il sesso del feto prima della nascita e l'aborto selettivo spieghino la mancata nascita di mezzo milione di bambine ogni anno". "Se queste pratiche - ha aggiunto - sono diventate comuni negli ultimi 20 anni, da quando si è diffuso il ricorso all'ecografia prenatale, allora la cifra di 10 milioni di bambine mancanti non sarebbe irragionevole".

Jha e il suo team hanno rilevato che il sesso del primo figlio diventa fattore determinante nella decisione di una coppia se abortire o meno un feto femmina. Se il primo figlio è una bambina, il rapporto di nascita maschio/femmina nei secondi figli è di 1000:795. Quando i primi due figli sono femmine il rapporto scende a 1000:719. Se i primi figli sono maschi il rapporto nelle nascite successive è all'incirca lo stesso. Secondo il naturale rapporto maschio/femmina di altri paesi, in India nel 1997 dovevano essere nate circa 13,7 milioni di bambine, mentre la cifra reale è di 13,1 milioni.

Nella cultura indiana, un maschio è preferito perché trasmette il nome, diventa fonte di guadagno e può occuparsi dei genitori quando invecchiano, mentre la femmina è destinata a lasciare la famiglia e inoltre costa, per la dote che deve ricevere al momento delle nozze. Dayal mette in guardia sulle "tragiche ramificazioni sociali" del problema della dote, che "sta diventando molto grave anche nella comunità cristiana di stati meridionali quali il Kerala". "La chiesa deve intervenire - dichiara l'attivista cattolico – e si dovrebbe fondare una clinica al contrario, che dia la possibilità alle donne sottopostesi ad innaturali metodi di pianificazione familiare, di poter tornare indietro".

In India dal 1994 è illegale determinare il sesso del feto e abortire sulle base del sesso del feto. Gli stessi medici indiani, però, avvertono che nel paese ci sono prove di un dilagante ricorso all'aborto di feti femmine. La dottoressa Shanta Durge, fondatrice del movimento Save the Girl Child denuncia che ogni giorno in India si praticano migliaia di aborti selettivi. "Per fermare il fenomeno sono necessari interventi mirati ad ogni livello" ha detto ieri al margine di una Conferenza nazionale di ginecologia e ostetricia a Kochi, Kerala.