Hong Kong, legge sulla sicurezza: Washington sanziona Carrie Lam

La governante pro-Pechino è accusata di attuare le politiche repressive del regime cinese. Colpiti altri 10 alti funzionari della città e della madrepatria. Il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo deciderà sulla gestione del “vuoto” costituzionale creato dal rinvio delle elezioni cittadine.


Hong Kong (AsiaNews) – L’amministrazione Trump ha imposto ieri sanzioni economiche su Carrie Lam, capo dell’esecutivo di Hong Kong, implicata nell'attuare le politiche repressive di Pechino, che mirano a sopprimere le libertà e il processo democratico nell’ex colonia britannica. In particolare, il dipartimento Usa del Tesoro ha sanzionato la governante pro-establishment per il suo coinvolgimento nell’adozione della nuova legge sulla sicurezza voluta dal regime cinese.

Oltre a Lam, le sanzioni di Washington colpiscono altri 10 alti funzionari di Hong Kong e Pechino, tra cui il segretario cittadino alla Giustizia e la Sicurezza, l’attuale e l’ex capo della polizia e Luo Huining, che guida l’Ufficio cinese di contatto nella città semi-autonoma. Lam si è riservata il diritto di rispondere al governo Usa. Per Luo, la mossa degli Stati Uniti è un “completo spreco di energie”, dato che egli non possiede beni in territorio statunitense.

Per attivisti democratici e diversi osservatori, l’adozione della normativa sulla sicurezza ha dato il via a una stretta repressiva. Entrato in vigore il 30 giugno, il provvedimento attribuisce ampi poteri alla polizia per reprimere attività che minacciano la sicurezza nazionale.

In caso di vittoria alle elezioni parlamentari di settembre, l’opposizione democratica avrebbe tentato di bloccare l’applicazione della legge, ma Lam ha posticipato il voto di un anno per l’emergenza Covid-19. Per i democratici, ella sta usando la pandemia come scusa per evitare una pesante sconfitta elettorale.

Diversi giuristi mettono in dubbio la legittimità del rinvio. Il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, che si riunisce per quattro giorni da oggi, prenderà una decisione sulla gestione del “vuoto” costituzionale creato dalla posticipazione del voto. I leader cinesi valuteranno anche se quattro parlamentari democratici, già squalificati per le elezioni di settembre, potranno far parte di una assemblea cittadina provvisoria.