Corea, da ex detenuti del nord e del sud richieste incrociate di danni per "abusi"
di Theresa Kim Hwa-young

Partiti politici del Sud: "Richieste assurda, non rispondiamo nemmeno".


Seoul (AsiaNews) – Vittime del confronto ideologico inter-coreano durante la Guerra fredda accusano sia Seoul che Pyongyang di abusi.

Un gruppo composto da 4 sudcoreani – rapiti per 30 anni dal regime comunista e da poco tornati in patria via Cina - ha presentato ieri una richiesta di indennizzo alle autorità di Pyongyang. La richiesta fa eco ad una petizione presentata da un gruppo di ex agenti e spie nord-coreane – rimpatriati dopo decenni di prigionia nelle carceri del Sud – presentata a Seoul.

La notizia è stata data venerdì scorso dall'agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang che spiega come la petizione chiede un indennizzo per oltre 1 miliardo di dollari americani a causa delle "indescrivibili sofferenze, persecuzioni e maltrattamenti" subite dagli ex agenti durante "30 o 40 anni dietro le sbarre".

I 4 sud-coreani, venuti a sapere della petizione, si sono detti "indignati" ed hanno presentato la medesima richiesta a parti invertite. "Siamo stati imprigionati, torturati e costretti a lavorare come schiavi – si legge nella lettera presentata dal gruppo – per decine di anni dopo essere stati rapiti". Il gruppo chiede 100 milioni di dollari americani a testa, che devono essere pagati da Kim Jong-il o, in alternativa, dal suo Partito dei lavoratori.

Il governo sud-coreano ha arrestato e condannato quei nord-coreani che, sul territorio del Sud, operavano come spie e rifiutavano di abiurare il credo comunista. Circa 63 di questi prigionieri sono stati rilasciati e rimpatriati in settembre, uno dei gesti di riconciliazione che hanno seguito l'incontro intercoreano di giugno.

"Il governo di Seoul – dice Choi Sung-young, rappresentante di un gruppo civico composto da familiari dei rapiti nel Nord – li ha fatti tornare a casa in un ottimo gesto di apertura e loro ora chiedono soldi per la loro detenzione". Choi aggiunge che cercherà l'appoggio di altre famiglie per alzare la richiesta di indennizzo per la parte meridionale della penisola. Al momento sono circa 484 i sud-coreani ritenuti rapiti nel Nord, per la maggior parte pescatori.

La richiesta dei nord-coreani ha scatenato le proteste di tutti i partiti politici del Sud. Lee Kye-jin, portavoce del Grand National Party (partito che guida l'opposizione) ha definito "ridicola" la petizione ed ha aggiunto: "Se i rimpatriati vogliono parlare di diritti umani, iniziassero da quelli presenti in Corea del Nord". Jun Byung-hun, portavoce dell'Uri (partito al governo), si muove sulla stessa linea definendo le accuse "contrarie al buon senso". "Non abbiamo bisogno – sottolinea – di prestare attenzione ad una richiesta così assurda".