L’impegno sociale della Chiesa contro il Covid in Assam
di Nirmala Carvalho

Il primo caso di coronavirus è apparso in aprile. Oltre alle conseguenze sanitarie, vi sono quelle economiche. Transgender, conduttori di rickshaw, lavoratori migranti e a giornata sono stati ridotti alla fame dal lockdown.  La North East Diocesan Social Service Society della Chiesa in Assam ha sostenuto 43738 gruppi familiari. Al presente, oltre all’emergenza coronavirus, vi è anche un’emergenza alluvioni.


Mumbai (AsiaNews) – L’Assam, la regione nord-orientale oltre il Bengala occidentale, è una delle zone dell’India più colpite dal Covid-19. La pandemia non ha solo portato il caos nella salute della gente, ma ha azzerato anche il loro stile di vita.

Nella regione, con circa 32 milioni di abitanti, il primo caso di Covid-19 è apparso il 1° aprile 2020. La popolazione era già scossa per tutte le polemiche e gli scontri avvenuti dopo la decisione del governo di negare la cittadinanza indiana ai profughi di religione musulmana. All’ira, l’ansia, l’alienazione delle persone si è aggiunta la paura del morbo e la miseria.

A causa del lungo lockdown e del blocco dei trasporti, voluto dal governo o deciso da sé, diversi gruppi di persone sono scivolati nella miseria. Fra I più colpiti vi sono i lavoratori a giornata, che non avevano più lavoro, né soldi, né cibo; ma anche i contadini e la classe media, che non hanno lusso o piccoli risparmi, erano impossibilitati ad attraversare questi difficili momenti. Per il blocco dei trasporti, molti non avevano la possibilità di tornare ai loro villaggi di origine e mancavano delle minime comodità e del cibo. Molti si trovavano ammassati in luoghi pubblici o per le strade, senza alcun distanziamento sociale. Solo i privilegiati hanno potuto isolarsi senza alcun timore.

Il governo dell’Assam ha cercato di accrescere la consapevolezza nel prevenire la pandemia e applicare i protocolli di sicurezza. Ma pare meno sensibile verso i più vulnerabili e gli emarginati. Esso ha cercato di far aumentare il salario giornaliero da 182 rupie (2,09 euro) a 202 rupie (2,31 euro) e ha dato indicazioni per distribuire cibo gratis, ma non è chiaro chi e quanti abbiano potuto beneficiarne.

Per questo la North East Diocesan Social Service Society della Chiesa in Assam, in collaborazione con organizzazioni protestanti e religiose, ha approntato dei programmi per diverse categorie di persone a cui distribuire cibo, materiale sanitario ed educativo (per bambini e ragazzi). Fino ad ora, almeno 43738 gruppi familiari hanno ricevuto aiuti.

Fra i gruppi aiutati vi sono:

Transgender: sono il gruppo più colpito. Essi si guadagnano da vivere pulendo i treni. Ma a causa del completo lockdown e non avendo alcun risparmio, né casa, hanno avuto bisogno di cibo, strumenti igienici, maschere…

Conduttori di rickshaw: per la maggiori parte essi provengono da altri Stati e vivono con le loro famiglie in baraccopoli o sulle rive del Brahmaputra. Essi vivono grazie ai loro guadagni quotidiani. Ma il lockdown ha azzerato ogni introito costringendoli alla fame. Per aiutarli è stata approntata una “cucina di comunità” e in seguito sono state distribuite razioni quotidiane di cibo e strumenti igienici…

Lavoratori migranti: questi non hanno avuto la possibilità di ritornare alle loro case di origine date le frontiere chiuse fra gli Stati e il blocco dei trasporti; Il loro lavoro era fermo,  per cui erano anche senza salario e senza cibo. La Nedsss ha sostenuto finora almeno 42.827 migranti.

Lavoratori a giornata: essi vivono di quello che guadagnano nella giornata (“dalla mano alla bocca” e il lockdown li ha colpiti in profondità. Non era possibile svolgere nessun lavoro. Perfino alcuni, che si guadagnavano da vivere raccogliendo legna da ardere, sono stati bloccati nei loro movimenti. Per tutto il tempo del lockdown essi sono stati nutriti grazie al cibo distribuito dalla Nedsss.

P. Varghese Velickakam, direttore di Nedsss, dice ad AsiaNews che mentre l’emergenza Covid-19 non è superata, un’altra emergenza è subentrata: le alluvioni, che distruggono campi, raccolti e case. La Nedsss sta aiutando 5mila famiglie.