Mons. Barwa: L’eredità dei martiri dell’Orissa
di John Barwa

Domani si celebra il 12mo anniversario del pogrom anticristiano del 2008 e la Giornata dei Martiri di Kandhamal. La celebrazione è voluta perché “non perdiamo mai la speranza nella vita, qualunque difficoltà possiamo incontrare”.


Cuttack-Bhubaneswar (AsiaNews) – “La vita e il coraggio di queste persone è un’eredità per la Chiesa e vogliamo custodirla per le future generazioni”: con questa citazione di Giovanni Paolo II, l’arcivescovo John Barwa, di Cuttack- Bhubaneswar, esorta i suoi fedeli a fare memoria dei martiri dell’Orissa, trucidati in un pogrom anti-cristiano nel 2008. Per volere della Conferenza episcopale della regione, il giorno della Memoria dei martiri è fissato per il 30 agosto, domani.

Nel 2008, a partire da agosto, le violenze nazionaliste indù, scatenatesi soprattutto nel distretto di Kandhamal, hanno distrutto 395 chiese e luoghi di preghiera dei cristiani Adivasi e Dalit; bruciato 6500 case; uccise almeno 100 persone; oltre 40 donne sono state stuprate, molestate e umiliate; scuole, servizi sociali, centri sanitari distrutti o vandalizzati; più di 75mila persone sfollate; molti Dalit sono stati obbligati a (ri)conversione forzata all’induismo. Ancora oggi nessuno dei responsabili delle violenze è stato punito.

Ecco il messaggio di mons. Barwa:

 

Preghiera per i martiri di Kandhamal il 30 agosto 2020

 

Cari Padri, fratelli, sorelle e fedeli,

Il 30 agosto 2020 commemoriamo il 12mo anniversario del Giorno dei martiri di Kandhamal. Questo giorno è stato deciso e dedicato come Giornata dei martiri al Consiglio dei vescovi cattolici dell’Orissa (Odisha). Nell’occasione del Giorno dei martiri noi dedichiamo rispetto, omaggio e preghiera per la causa dei martiri di Kandhamal. Che le parole di Tertulliano, “Il sangue dei martiri è seme per la Chiesa”, echeggi nei nostri cuori e divenga una realtà nella terra sacra di Kandhamal e nell’arcidiocesi.

Nella sua enciclica “Ut unum sint”, papa Giovanni Paolo II ha scritto: “Tutti i cristiani condividono un comune martirologio. Il nostro scopo non è canonizzare qualcuno, ma solo ricordare coloro che hanno sacrificato se stessi per Cristo. La vita e il coraggio di queste persone è un’eredità per la Chiesa e vogliamo custodirla per le future generazioni”.

Noi speriamo che l’osservanza del Giorno dei martiri ci ispirerà a seguire Cristo in un modo più personale e rafforzerà la nostra fede in Cristo, perché non perdiamo mai la speranza nella vita, qualunque difficoltà possiamo incontrare.

Perciò vi chiedo di programmare momenti di preghiera e di adorazione nelle vostre parrocchie e villaggi, tenendo presente le direttive attuali del governo [sull’emergenza Covid-19].

+ John Barwa, Svd

arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar